Esistono molte differenze sostanziali tra l’informazione dei nostri
tempi e l’informazione dei miei tempi, l’informazione boomer.
Potrebbe essere interessante provare a evidenziarle.
L’attuale informazione è invadente, continua, pressante, presente in
ogni momento della giornata. Proviene da molteplici fonti,
controllate o improvvisate, serie o magari di dubbia reputazione.
Una informazione che letteralmente ci circonda. Manca
completamente una funzione di controllo indipendente tanto che di
fronte a una qualsiasi notizia viene naturale chiedersi quasi sempre
se la notizia sia vera o manipolata o peggio ancora inventata. Il
sensazionalismo più becero è purtroppo all’ordine del giorno
incoraggiato dai meccanismi social che abbinano il guadagno alle
consultazioni ricevute ( i c.d. like ).
L’informazione boomer era invece molto più discreta. Racchiusa in
luoghi e tempi ben definiti. Affidata spesso a professionisti che
ricercavano il proprio apprezzamento attraverso la qualità anche se
questo non escludeva il fatto che questa informazione fosse
sempre e comunque di parte.
Altra differenza. La velocità. Oggi l’informazione deve
necessariamente essere capace di creare una emozione immediata
attraverso soprattutto titoli ad effetto. Nessuna attenzione viene
riservata ai contenuti che sono spesso schematici o addirittura
manipolati.
L’informazione boomer cercava l’approfondimento. Sviscerava ogni
aspetto della narrazione e ne raccontava le motivazioni. Entrava
dentro alla notizia impossessandosene tanto che si usciva dalla
lettura con la consapevolezza di conoscere ogni dettaglio della
vicenda raccontata.

L’informazione dei nostri giorni è soprattutto una informazione
digitale. Gli articoli compaiono e scompaiono in pochi minuti. Il
lavoro del giornalista in questo panorama è quello di arrivare per
primo sulla notizia, raccontarne gli aspetti più coinvolgenti senza
preoccuparsi di accedere alle ragioni dell’accaduto.
L’informazione boomer nasceva e viveva invece sulla carta. Con i
tempi e i modi a cui questo supporto obbligava. Le rotative
notturne. L’edizione della sera. Le edicole. Gli strilloni. Una
informazione per così dire sofferta dove interagivano giornalisti ed
operai per consentire al pubblico di ottenere soddisfazione.
Infine i protagonisti dell’informazione.
I giornalisti boomer non urlavano. Non vendevano verità
preconfezionate. Non cercavano ingaggi in trasmissioni televisive.
Non guardavano con sorrisi di compiacimento quelli che non la
pensavano come loro. Non ricordo star dell’informazione ma
giornalista capaci di raccontare.
I giornalisti dei nostri giorni …. giornalisti ?
Sono di parte. Lo sono sempre. Ma ho vissuto l’una e l’altra epoca.
Ho gli strumenti per giudicare. E provo dunque tristezza per i
giovani, aggrappati ai social, ingannati costantemente dai loro idoli,
bombardati di false informazioni.
Cambierà mai tutto questo ?
Roberto Pareschi- reporter cooperator- contg.news