#sport. L’opinione sportiva: DRAYMOND GREEN È LO SCOTTIE PIPPEN DEGLI ANNI 2020?

Un paragone provocatorio ma che ha diversi punti che fanno pensare che il numero 30 dei Golden State Warriors sia l’erede naturale di Scottie Pippen.

È sempre difficile fare paragoni tra cestisti che hanno giocato in epoche diverse, ma certi confronti sembrano essere costruiti su misura. È questo il caso di Scottie Pippen e Draymond Green, entrambi decisivi per le dinastie di Chicago Bulls e Golden State Warriors ma che hanno vissuto le loro carriere da comprimari di lusso: fondamentali per i successi delle rispettive dinastie, ma i riflettori sono andati su altri giocatori.

Caratteri non semplici, Pippen e Green hanno avuto problemi con i compagni nel corso delle loro esperienze vincenti. Basti pensare a quando nel 1994 Scottie si rifiutò di entrare nel finale di un match di playoff contro New York o al pugno rifilato da Green a Jordan Poole nel corso di un allenamento di preseason 2023. Talmente competitivi da andare in conflitto con chi divide lo spogliatoio con loro.

Anche dal punto di vista tattico ci sono diverse similitudini tra i due. Sia Pippen che Green hanno basato il loro impatto su un lavoro difensivo a dir poco ermetico, provare ad attaccarli non è stato uno scherzo nemmeno per i migliori realizzatori delle due epoche in questione.

Un altro punto in comune tra questi due straordinari campioni è il valore salariale riconosciuto da Bulls e Warriors, ben al di sotto della loro importanza specifica in campo e spogliatoio.
Pippen ha vissuto l’intera carriera nell’ombra di Jordan non solo e non tanto sul parquet, ma soprattutto dal punto di vista economico. Scottie era il meno pagato dei giocatori di punta di quei Bulls leggendari. Meno ovviamente di MJ, ma anche di coach Phil Jackson, Dennis Rodman e persino di Toni Kukoc. Questo ha portato a scontri molto accesi tra Pippen e il gm Jerry Krause, raccontati molto bene nell’autobiografia del 33 ‘Unguarded’, che hanno quasi portato alla rottura con conseguenze negative per la dinastia dei Tori.

Anche Draymond Green ha sempre ricevuto un trattamento economico più basso dei vari Curry, Durant e Thompson, oltre ai recenti rinnovi di Poole e Wiggins che superano lo stipendio di Draymond. Per questo motivo appare molto probabile l’addio ai Warriors al termine della stagione in direzione Hollywood, con i Lakers che per ricostruire dopo annate difficili farebbero carte false per metterlo al fianco di LeBron James.

L’unico anello di congiunzione fisico tra questi due straordinari campioni è Steve Kerr, compagno di squadra di Pippen e allenatore di Green. L’unico che può sapere il reale valore di entrambi, fondamentali per due delle più grandi dinastie di sempre.

Stefano Villa-contg.news

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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