Se togliamo qualche storico di professione, chi ha sentito nominare questa battaglia, anche tra persone di buona cultura? Eppure è stato uno scontro importante, il cui esito, come diremo, ha avuto significative conseguenze non soltanto in ambito politico e militare.
Il Talas è un fiume che scorre nell’Asia centro meridionale, più o meno nell’area degli odierni stati del Kirghizistan e del Kazakistan, a est di Buchara e Samarcanda, a ovest di Kasgar: nomi che ci richiamano immediatamente la Via della Seta e il fitto scambio di merci, idee, tradizioni che questo itinerario ha favorito per secoli. Nell’VIII secolo, questa zona diviene terra di conflitto tra due imperi in espansione: quello islamico degli abbasidi e quello cinese della dinastia Tang, entrambi interessati al controllo delle vie carovaniere e dei popoli che dimoravano a nord del subcontinente indiano. I primi scontri, una trentina d’anni prima, avevano visto la prevalenza dei cinesi, che tuttavia non erano riusciti a scoraggiare l’avanzata musulmana.
L’esercito cinese era composto forse da 30.000 uomini: cavalieri, dragoni, fanti armati di spade, e un gran numero di addetti alla logistica. Il comando era affidato ad un generale di origine coreana. Gli islamici disponevano di un contingente che le fonti non riescono a stimare con precisione, ma quasi certamente più numeroso di quello nemico: i soldati, suddivisi in fanti e cavalleria, erano per lo più persiani convertiti all’islam. La battaglia infuriò per quattro giorni senza che nessuna delle due fazioni avesse la prevalenza: ma il quinto giorno avvenne un fatto decisivo. Uno schieramento di arcieri cinesi, appartenenti ad un gruppo etnico chiamato Qarluq, improvvisamente tradì e passò con gli islamici, scagliando frecce contro la retroguardia dell’esercito cinese, che fu dunque preso tra due fuochi e sconfitto (scontando anche gravissime perdite). Si ignora se il tradimento fosse stato comprato dai musulmani, o dovuto a qualche altra ragione: in ogni caso la vittoria fu netta e determinò l’arresto dell’avanzata cinese.
Le conseguenze dello scontro sul Talas furono enormi. I musulmani divennero la potenza egemone di un’area che andava dall’Uzbekistan alla zona delle steppe: il pluralismo etnico e religioso che caratterizzava queste zone, in cui vivevano turcomanni, mongoli e altri gruppi, e in cui si praticavano il buddismo, il nestorianesimo e vari altri culti animisti, cedette il posto al dominio diretto o indiretto dell’Islam e alla diffusione del Corano. Ma le conseguenze maggiori furono in ambito scientifico e culturale: tra i prigionieri cinesi v’erano infatti sericoltori, ma soprattutto artigiani specializzati nella produzione della carta, ancora sconosciuta nel mondo mediterraneo. Gli arabi si impadronirono della tecnica e partendo da Samarcanda installarono cartiere in tutto il loro impero, facendo sì che il nuovo supporto scrittorio arrivasse nei secoli seguenti fino all’Europa cristiana. Subito non si capì la differenza col papiro, tanto che in molte lingue europee (inglese paper, francese papier, spagnolo papel, norvegese papir) il nome della carta tradisce la convinzione che si tratti del materiale noto fin dagli Egizi: ma ben presto si capiranno la natura ed i vantaggi del nuovo prodotto, che tanta parte avrà nella nascita della stampa e dell’Europa moderna.
#storia&viaggi.La battaglia del Talas (751): scontro e incontro tra due civiltà
