Nel nostro viaggio alla scoperta dei Padri della Chiesa oggi prenderemo in esame la figura di San Giustino, che fu filosofo, apologeta e martire. Egli nacque nel 100 a Flavia Neapolis, l’odierna Nablus in Palestina; la sua famiglia è di probabile origine latina e probabilmente si era trasferita da poco da quelle parti.
Dopo aver ricevuto un’educazione pagana, Giustino fu spinto dalla smania di conoscere la verità a frequentare molte scuole filosofiche, fra cui quella stoica.
La scelta definitiva fu però quella di aderire alla religione cristiana; Giustino fu battezzato a Efeso, intorno al 130. Dopo la conversione, aprì a Roma una scuola filosofica di impronta cristiana.
Giustino fu condannato a morte da Giunio Rustico, prefetto di Roma e amico di Marco Aurelio, in un arco di tempo fra il 163 e il 167; per la condanna a morte fu fatale lo scontro in pubblico con il filosofo Crescente, un rabbioso nemico del cristianesimo appoggiato dal potere. Giustino venne quindi decapitato insieme a sei dei propri discepoli.
La memoria di San Giustino martire ricorre il 1 giugno; i suoi attributi sono la palma e il libro. Insieme a santa Caterina d’Alessandria è patrono dei filosofi, nonostante nessuno dei due abbia il titolo di Dottore della Chiesa. Nel 1874 Lev Tolstoj scrisse per lui una breve agiografia, intitolata Vita e passione di Giustino filosofo martire.
Concentriamoci ora sul pensiero di San Giustino. Iniziamo col dire che fu autore di due apologie dei cristiani e del Dialogo con Trifone.
Composto intorno al 135, il Dialogo con Trifone è dedicato a un certo Marco Pompeo e ha per tema il confronto con il giudaismo. Dopo il prologo, nell’opera leggiamo il dibattito che si immagina essersi svolto a Efeso nell’arco di due giorni fra lo stesso Giustino e Trifone, nel quale alcuni studiosi hanno ritenuto di individuare la personalità di un rabbino realmente esistito.
Per San Giustino, la visione di Dio è il fine essenziale della filosofia.
A Giustino dobbiamo la più antica descrizione della Liturgia Eucaristica.
San Giustino sviluppa la dottrina del Logos (ragione-verbo): esso è come “disseminato” in tutti gli uomini, ai quali permette di conoscere la verità. Tuttavia il Logos è imperfetto e limitato: è un mero riflesso della ragione Divina.
Il 21 marzo 2007 papa Benedetto XVI tenne una catechesi su Giustino. Leggiamo uno dei passi più significativi e meno tecnici del Santo Padre: <Nel complesso la figura e l’opera di Giustino segnano la decisa opzione della Chiesa antica per la filosofia, per la ragione, piuttosto che per la religione dei pagani. Con la religione pagana, infatti, i primi cristiani rifiutarono strenuamente ogni compromesso. La ritenevano idolatria>; poco oltre Benedetto XVI affermò che San Giustino considerava i miti pagani <diabolici “depistaggi” nel cammino della verità>.
Michel Camillo -contg.news
#testimoninelmondo. Conosciamo San Giustino
