Ritratti Sportivi di Stefano Villa. MIROSLAV KLOSE, IL RE DEGLI ULTIMI 16 METRI

Il percorso del centravanti tedesco che a suon di reti ha segnato la storia negli ultimi trent’anni del calcio mondiale.

Uno dei più grandi numeri 9 della sua generazione: Miroslav Josef Klose è stato uno di quei centravanti che passano come un tornado e travolgono tutto quello che trovano sulla loro strada.

Figlio d’arte (il padre Josef è stato giocatore professionista, la madre Barbara portiere di pallamano) Miroslav nasce ad Opole, in Polonia, il 9 giugno del 1978.
Da bambino la sua famiglia si trasferisce in Germania dove il giovane Klose completa il suo percorso scolastico e inizia a giocare a calcio dimostrando doti importanti che attirano l’attenzione di molti osservatori.

Nel 1999 il Kaiserslautern punta su questo giovane ventunenne che ad ogni gol esulta con una capriola che diventerà il suo marchio distintivo.
Nei cinque anni in Renania si mette in luce prepotentemente, preparandosi allo step successivo della sua carriera: la maglia arancioverde del Werder Brema.

Nel 2006 conquista la classifica capocannonieri della Bundesliga con 25 reti in 26 gare formando una coppia d’attacco sensazionale con Ivan Klasnic e impallinando 53 volte i portieri avversari in 89 gare.

Nel pieno della sua maturazione fisico-tecnica Klose approda al Bayern Monaco per provare a vincere qualcosa di importante.
Quattro stagioni in Baviera dove divide il reparto offensivo con il nostro Luca Toni e con Mario Gomez, trovando la via della rete con una continuità spaventosa contribuendo alla vittoria di due campionati tedeschi.
Tuttavia non riesce a vincere la Champions League con la grande chance persa in finale contro l’Inter nel 2010.

Nella stagione 2011-12 Miroslav Klose lascia per la prima volta la Germania sbarcando nel campionato italiano con la maglia della Lazio.
Il suo apporto alla causa biancoceleste va oltre i gol che arrivano a pioggia (compreso un pokerissismo nel 6-0 al Bologna il 5 maggio 2013), la sua leadership è fondamentale per la vittoria della Coppa Italia 2013.
Chiuderà la sua avventura in biancoceleste dopo cinque stagioni con 64 centri diventando il miglior realizzatore straniero nella storia della Lazio (ex-equo con Goran Pandev) prima di annunciare il ritiro a 38 anni.

Il suo lascito principale è però legato alla nazionale tedesca dove realizza 71 reti in 137 presenze. È qui che Klose fa le cose migliori vincendo anche il Campionato del Mondo 2014 e segnando 16 reti complessive nelle quattro edizioni disputate, il migliore di sempre.
Un bomber implacabile che quando ha trovato la via del gol in una fase finale dei Mondiali ha permesso alla Germania di non perdere mai. Impressionante.

Finito con il calcio giocato è entrato a far parte dello staff tecnico di Joachim Löw fino al 2018, prima di tornare al Bayern Monaco come allenatore dell’under 17 e assistente in prima squadra.
Una gavetta lunga prima del grande salto: l’Altach, squadra austriaca, ha deciso pochi mesi fa di affidargli la panchina della prima squadra.

Un grande personaggio della storia del calcio che prova ora a rimettersi in gioco in questa nuova veste: quel che è certo è che gli attaccanti dell’Altach possono ritenersi fortunati a poter apprendere i segreti del mestiere da un fuoriclasse dell’area di rigore come Miroslav Klose.

Stefano Villa-contg.news

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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