Nei prossimi giorni uscirà al cinema “Creed III”, terzo capitolo dello spin-off della saga di Rocky, l’occasione giusta per ripercorrere le gesta del pugile creato da Sylvester Stallone e del suo erede Adonis Creed.
Dopo una lunga attesa tra meno di una settimana uscirà nelle sale cinematografiche di tutta Italia “Creed III”, il nono capitolo complessivo tra serie originale e spin-off della saga di Rocky molto atteso da tutti gli amanti di questo franchise che dal 1976 accompagna intere generazioni.
Sono passati quasi cinquant’anni da quando un giovane e spiantato Sylvester Stallone, dopo aver visto l’incontro tra Muhammad Ali e il semisconosciuto Chuck Wepner, scrisse in soli tre giorni il copione del personaggio che, insieme al reduce dal Vietnam John Rambo, ha segnato la sua carriera, lo “Stallone italiano” Rocky Balboa.
Un primo film girato nel 1975 con un budget di quasi un milione di dollari che ne ha incassati oltre 117 e gli ha permesso di vincere un premio Oscar, uno degli esordi più grandi di sempre che ha dato il via a una saga senza precedenti.
I successivi due capitoli sviluppano il personaggio di Rocky che si sposa con Adriana, figura centrale di tutta la storia interpretata da Talia Shire, la sorella del regista Francis Ford Coppola.
Al termine di “Rocky II” Balboa batte Apollo Creed diventando Campione del Mondo e nel terzo capitolo deve superare la morte del suo allenatore Mickey, deceduto prima dell’incontro perso con Clubber Lang (il celebre Mr.T) con il successivo ritorno in vetta grazie all’aiuto di Apollo, diventato nel frattempo il suo nuovo allenatore.
Ma la vera opera d’arte di una serie straordinaria e longeva è “Rocky IV”, uscito nel 1985 in piena Guerra Fredda.
Qui Rocky deve vendicare la morte di Apollo, sconfitto in un match esibizione dal gigantesco Ivan Drago (interpretato da Dolph Lundgren), il biondo russo del celebre “Io ti spiezzo in due”.
Per farlo dovrà battere il pugile sovietico a casa sua, a Mosca, davanti a un pubblico totalmente avverso. Dopo un periodo di allenamento ai limiti dell’incredibile Rocky riesce a mandare ko Drago alla quindicesima e ultima ripresa, segnando il punto più alto dell’intera storia con oltre 300 milioni di dollari al botteghino.
E poi arriva il 1990, un anno nefasto per il pugile più famoso del cinema con l’uscita nelle sale di “Rocky V”, senza ombra di dubbio il più deludente dell’intera saga.
Un Rocky in età adulta non può più boxare per problemi di salute e decide di allenare un giovane pugile, Tommy Gunn (interpretato da Tommy Morrison, pugile dalla discreta carriera e pronipote del mitico John Wayne, scomparso nel 2013 a soli 44 anni in circostanze mai del tutto chiarite).
Dopo averlo portato al successo Gunn tradisce il suo mentore arrivando perfino a sfidarlo sulle strade di Philadelphia, con Rocky che riesce ad avere la meglio. Un film molto meno apprezzato di tutti gli altri, unica nota di rilievo il rapporto controverso all’inizio e riconciliato alla fine della pellicola tra Rocky e il suo erede Robert jr, interpretato dal vero figlio di Stallone, Sage (anche lui scomparso prematuramente nel 2012 a 36 anni per un arresto cardiaco).
Sembra essere la fine di una saga leggendaria, ma Stallone non può mettere fine a uno dei suoi personaggi più riusciti con un film deludente, per questo nel 2006 rilancia il franchise con “Rocky Balboa”.
Il vecchio pugile resta vedovo per la scomparsa dell’amata Adriana e, risolti i problemi di salute, decide di tornare sul ring per qualche incontro minore.
Una simulazione televisiva mette Rocky a confronto con l’attuale Campione del Mondo Mason Dixon, ed è lo “Stallone Italiano” ad avere la meglio. Da qui l’idea del match tra i due.
L’ennesima dimostrazione di carattere e voglia di non mollare mai per Rocky che esce sconfitto solamente ai punti contro un avversario giovane e forte, fino a quel momento intoccabile sul ring.
Un film che viene accolto in maniera molto positiva, con incassi che superano i 155 milioni di dollari in tutto il mondo. Lo “Stallone Italiano” è tornato e gode di una seconda giovinezza.
Per ovvi motivi d’età Rocky Balboa non può tornare a combattere, così nel 2015 ecco il primo spin-off della saga.
“Creed-Nato per combattere” è la storia di Adonis Creed, figlio illegittimo del leggendario Apollo che viene adottato dalla vedova dopo la morte del marito nel match con Ivan Drago.
Adonis lascia il ruolo da impiegato per andare a Philadelphia e convincere Rocky, diventato nel frattempo ristoratore, ad allenarlo. All’inizio Balboa è scettico, ma quando Adonis rivela la sua vera identità decide di allenarlo per lanciare la sfida al campione Ricky Conlan.
Il match è epico e viene vinto dall’inglese, ma Adonis dimostra il suo valore e convincendo anche i più scettici: non è sul ring solo per il cognome che porta.
Un film che tocca temi non banali. Rocky deve fare i conti con un tumore, la fidanzata di Adonis Bianca deve lottare contro un male che la farà diventare sorda e tutto questo con un filo conduttore: la voglia di combattere sempre, a qualsiasi costo.
Un successo nelle sale di tutto il mondo che apre le porte a “Creed II”.
In questo secondo capitolo dello spin-off la rivalsa e la vendetta sono gli assoluti protagonisti. Adonis Creed diventa Campione del Mondo e viene sfidato da Viktor Drago, figlio di quell’Ivan che uccise suo padre Apollo trent’anni prima.
Per questa sfida Rocky decide di non allenare Adonis per non riaprire le ferite del passato: il match è una carneficina e finisce con la squalifica di Drago.
Creed, diventato padre da poche settimane, finisce in ospedale e chiede ancora una volta l’aiuto di Rocky che decide di allenarlo per un’ultima volta per la sfida delle sfide dalla quale uscirà vincitore. Un film dalla grande carica emotiva accolto al meglio dagli spettatori con oltre 214 milioni di dollari incassati.
In “Creed III” Adonis dovrà fare i conti con l’ex amico Damian Anderson, appena uscito di galera e desideroso di riprendersi la gloria e il tempo perduto. Sarà il primo film dell’intera saga senza la presenza di Stallone e del suo iconico Rocky, uscito di scena nel migliore dei modi al termine di “Creed II” dopo aver aiutato Adonis a sconfiggere Viktor Drago ed essersi riconciliato con il figlio, trovando così la definitiva pace dei sensi.
Questo nono film sarà un vero e proprio nuovo inizio per il franchise, ora incentrato sulle vicende di Adonis Creed.
Ed ecco la sintesi della vita: nulla rimane fermo e l’evoluzione è alla base di tutto.
In fondo, tutti abbiamo dentro un pezzo di Rocky.
Stefano Villa-contg.news
L’opinione sportiva di StefanoVilla: TUTTI ABBIAMO DENTRO UN PEZZO DI ROCKY BALBOA
