Anche in questo caso mi ritrovo, come sempre più spesso mi accade, a esprimere tutto il mio pessimismo cosmico da boomer orgoglioso e insieme disilluso.
Chiedo perciò scusa in anticipo se userò un approccio piuttosto caotico e non scientifico nel discutere di informazione.
Il discorso sull’informazione è un tema di una importanza enorme che, immagino e spero, interessa giovani e meno giovani.
Inizio col dire che faccio sempre più fatica a identificare un giornalista dei nostri tempi ( giornalista ?) capace di esporre in modo oggettivo notizie e fatti. In grado di approfondire con il minimo sindacale di competenza una notizia di qualsiasi tipo. Che sia in grado o che abbia il coraggio di inchiodare alle loro responsabilità i c.d. “ potenti “ ( politici e non ).
Se proprio vogliamo sintetizzare i concetti, l’informazione oggi è
ammalata, tranne rare e fortunate eccezioni, di titoli ad effetto e di
messaggi urlati. In questa distorto mondo pseudo giornalistico ha
oltretutto fatto irruzione il triste mondo social, con il suo continuo rincorrere l’emozione “ di pancia”, con la speculazione sui “ mi piace “ che ha reso ininfluente il concetto di verità e di oggettività.
Invece l’informazione, quella vera, dovrebbe essere fatta di rispetto.
Rispetto verso il lettore che subisce il punto di vista di chi scrive e che spesso non è più in grado ( o non vuole per pigrizia mentale) avvalersi di una propria analisi critica. Rispetto verso la professione.
Rispetto infine verso la società e i cittadini.
Ogni riga, ogni parola, ogni lettera pubblicata su un qualsiasi giornale fisico o on line dovrebbe essere verificata e giustificata da chi scrive e si assume la responsabilità di diffonderla. Dobbiamo
finirla con la partigianeria mascherata da giudizio politico, capace di
instillare odio e rifiuto per chi la pensa in un modo diverso.
Roberto Pareschi-contg.news