La serie in otto episodi prodotta da Sky dedicata al mondo del calcio (e non solo) merita di essere vista.
Lotte di potere, conflitti, vendette, calcio e soldi sono gli ingredienti esplosivi di “Il Grande Gioco”, la serie prodotta da Sky per raccontare il mondo del pallone da un altro punto di vista: quello dei procuratori e di tutto quello che circonda il campo e che molto spesso non viene raccontato ma che ricopre un ruolo fondamentale ai giorni nostri.
Una parafrasi della realtà che circonda il calcio di oggi dove i soldi, il potere e l’immagine valgono più della passione per la disciplina.
La serie ambientata principalmente a Milano non racconta fatti realmente accaduti ma è verosimile alla realtà del calcio di oggi, una scelta fortemente voluta dagli sceneggiatori per dare credibilità al prodotto che racconta un universo spesso oscuro.
Tuttavia negli otto episodi il calcio non è il solo protagonista: fin dalla prima puntata entrano in scena faide familiari, corruzione, ricerca del potere economico e mediatico, anche momenti estremamente emotivi.
Parte integrante di questo successo è un cast di primo piano guidato dall’esperienza di Giancarlo Giannini, il patriarca della famiglia De Gregorio, e che può contare su Francesco Montanari, Il Libanese di “Romanzo Criminale” nei panni del procuratore Corso Manni, e Elena Radonicich, la fredda e spietata Elena De Gregorio, come coprotagonisti.
Dettaglio da non sottovalutare la valenza delle presenze femminili della serie, figure centrali di una storia ambientata in un mondo generalmente maschile che negli ultimi anni sta (finalmente) aprendosi.
Il finale a sorpresa è la ciliegina sulla torta di una serie dove non mancano il ritmo e i cambi di inquadratura accattivanti, uno spaccato di quello che è oggi il calcio mondiale sempre più lontano dall’essere e diventato una cosa sola con l’apparire.
Stefano Villa – contg.news
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