Michel Camillo intervista il Diario dell’Anima di Padre Davide Turoldo

Padre David Maria Turoldo (al secolo Giuseppe Turoldo) era il nono di dieci fratelli e nacque a Coderno (frazione di Sedegliano, in provincia di Udine) il 22 novembre 1916.

A neppure ventiquattro anni (e con la seconda guerra mondiale già in corso!) il 18 agosto 1940 nel Santuario della Madonna di Monte Berico di Vicenza Turoldo venne ordinato presbitero dall’arcivescovo di Vicenza Monsignor Ferdinando Rodolfi.

Negli anni successivi Padre Turoldo fu a Milano durante l’occupazione nazista (durata dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945) e lì collaborò attivamente con la resistenza antifascista, fondando e diffondendo dal suo convento il periodico clandestino L’uomo.

L’11 novembre 1946 Padre David Maria Turoldo si laureò in filosofia all’Università Cattolica di Milano.

Padre Turoldo fu uno dei principali sostenitori del celebre progetto Nomadelfia, il villaggio fondato da Don Zeno Saltini per accogliere gli orfani di guerra “con la fraternità come unica legge”.

Ma Padre David Maria ebbe anche contrasti con l’ambiente ecclesiale e, a causa di essi, trascorse due periodi di peregrinazioni all’estero; in particolare si segnala che nel primo, durato dal 1953 al 1955, soggiornò in conventi del suo ordine, i Servi di Maria, dell’Austria e della Baviera.

I suoi ultimi anni di vita terrena furono caratterizzati da un tumore al pancreas, che lo colpì alla fine degli anni ottanta. Padre David Maria Turoldo si spense a Milano il 6 febbraio 1992, a poco più di settantacinque anni.

Dopo aver trattato molto sinteticamente la sua vita, ora ci occuperemo degli scritti di Padre Turoldo. Egli innanzitutto fu poeta; infatti il critico letterario Carlo Bo di lui diceva: <Padre David ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede, gli ha imposto di cantarla tutti i giorni>. Ad esempio, Turoldo scrisse la lirica Per un atto d’amore, della quale proponiamo la prima strofa: <Altro ora nell’impazienza di vederti / mi preme sapere, mio Dio: / quanto del nostro male ti sia imputabile, / del male che anche tu paghi, / di questo mostruoso male / pure per te inevitabile>. Su questa strofa i teologi potrebbero versare fiumi di inchiostro (e magari lo hanno già fatto!), noi ci limitiamo a dire che è molto bella e a far notare la rima sdrucciola imputabile-inevitabile. Segnaliamo anche la poesia Incantesimo di venerdì santo.

Ma Padre David Maria scrisse anche in prosa: ad esempio, il libro Il diavolo sul pinnacolo, che ha per sottotitolo Le tentazioni di Gesù. Questo libro è stato ripubblicato dalla San Paolo nel 2016 all’interno della collana Biblioteca Turoldo (ricorrevano i cento anni dalla nascita dell’autore). Ci limitiamo a dire che su tale libro Maria Nisii ha scritto: <ma Turoldo non cessa di essere poeta solo perché impegnato in un’altra modalità letteraria>.

Un altro libro di Padre David Maria Turoldo è Diario dell’anima, riedito dalla San Paolo nel 2003 (e poi ristampato) con una prefazione di Gianfranco Ravasi. Piuttosto che esprimere una nostra valutazione su questo libro, riteniamo preferibile riportarne la parte iniziale: <Dio c’è, ma non si vede. Oppure si vede, e allora non c’è. Sono tante le cose che non si vedono, eppure ci sono: esistono! Voi non vedete il vostro pensiero, ma il pensiero esiste; non vedete la forza che muove il vostro corpo, ma il corpo si muove: la forza esiste; non vedete la luce, ma la luce esiste […] Anche il vento esiste, ma non si vede>.

Michel Camillo-contg.news





Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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