Tra pochi giorni inizierà il campionato del mondo di calcio in Qatar.
Per la prima volta nella storia non si giocherà d’estate, ma nei freddi mesi autunnali, per evitare le alte temperature della penisola arabica.
In questi giorni leggiamo di varie prese di posizione contro la manifestazione iridata svolta in un Paese dove i diritti umani non sono propriamente al primo posto, in cui sono morti moltissimi operai per costruire gli stadi e la condizione di varie minoranze (donne, persone non islamiche, omosessuali) non ha gli stessi standard in quanto ai diritti civili e sociali a cui siamo abituati nei Paesi occidentali.
Eppure tutte queste legittime considerazioni erano già valide una decina di anni fa, quando la FIFA decise di organizzare i mondiali proprio in Qatar, nonostante il piccolo stato arabo non brilli per democrazia al suo interno.
Pecunia non olet, è proprio il caso di ribadirlo.
L’ipocrisia regna sovrana in questo mondo.
Ma quando poi il pallone inizierà a rotolare dopo il fischio dell’arbitro, il divertimento di noi, appassionati di calcio ed eterni bambini, tornerà a divampare, facendoci dimenticare tutto il marcio che c’è.
Luca Dal Bon-redazione. PILLOLE SPORTIVE.

