Il silenzio come medicina

#vitadaboomer di Roberto Pareschi ci invita a riappropriarsi del silenzio.

Fateci caso. La nostra vita di cittadini, padri e amanti è costantemente disturbata da un insopportabile rumore di sottofondo.


In primo luogo il rumore prodotto dai “totem” della vita moderna : il
rombo delle auto e di sfavillanti motociclette, il ritmo di enormi
turbine e di piccoli elettrodomestici, il rombo di aerei sempre più grandi e sempre più vuoti. Ma ancor di più la nostra vita è costantemente funestata da un groviglio fastidioso di voci e urla. Il
borbottio confuso di uomini e donne che sono attorno a noi e che trascorrono il loro tempo a discorrere di loro stessi oppure alternativamente delle sorti del mondo.

Un vociare confuso e supponente, fatto di giudizi approssimativi in luogo di serie riflessioni. Costellato di condanne senza appello piuttosto che seri appelli alla propria coscienza.


Questo secondo “rumore” di fondo è per le mie orecchie il più fastidioso e pericoloso.


Sarò forse un romantico “ boomer “ ma ricordo ancora con grande nostalgia sguardi interminabili tra padre e figlio, tenerezze sussurrate di due fidanzati, lunghi silenzi di fronte a un paesaggio
incantevole. Sguardi e tenerezze che lasciavano dentro una sensazione di appagamento perché nate dalla mente e dal cuore di ciascuno.


Oggi invece si urla, si parla per coprire le voci degli altri, si gioca pericolosamente a riempire insopportabili trasmissioni televisive con personaggi che affannosamente parlano di qualcosa di cui non sanno nulla. Padri e figli non si parlano più così come fanno fatica a
parlarsi due innamorati.

Un paesaggio incantevole non provoca più alcune reazione emotiva ma solo espressioni banali come “ fantastico”, “ da brividi”. Perfino le telecronache televisive delle partite di calcio risentono di questo clima allucinato.

Radiocronisti che inventano improbabili descrizioni grondanti retorica e che urlano, urlano sempre, urlano a sproposito.


Ho un invito rivolto a voi ragazzi che vi affacciate al mondo. Provate se riuscite a utilizzare una parola, una sola, per descrivere ciò che state vedendo.


Sarà questa parola la chiave per capire la vita e i meccanismi che la governano e per essere davvero uomini.

Roberto Pareschi-Redazione

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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