Dall’Ucraina Pillole Francescane con Fra Pasquale . Una intervista e video intervista molto toccante.

Padre Pasquale- O.f.m.

Cari amici Eccoci qua con Padre Pasquale arrivato dall’ucraina nella Basilica di San Sebastiano a Biella. Approfittiamo per una piccola intervista.

Ci puoi raccontare come è nata la tua vocazione?

Sono nato in una piccola città di 40000 abitanti, in una famiglia cattolica, mamma di origini polacche e papà ucraino. Fin da piccolo frequentavo una chiesa gestita dai frati francescani, così mi sono innamorato del loro stile di vita e nel 2008 ho deciso di entrare a fare parte della famiglia francescana, diventando frate/ sacerdote nel 2018.

Come è la situazione attuale in Ucraina?

In Ucraina cerchiamo di vivere una situazione normale. Ogni giorno si sentono suonare le sirene che annunciano che un missile è partito dalla Russia e che colpirà qualche parte. Ogni persona ha cercato di nascondersi dietro un muro immaginario, pur sentendo dentro di sé sentimenti di paura che non lasciano la pace nel cuore. Tutti provano paura vivendo a contatto con la morte con la guerra ma cercano di darsi una parvenza di normalità“.

Possiamo immaginare quanto sia difficile. Sappiamo che tanti civili sono morti in questa terribile tragedia ci puoi raccontare un fatto che ti ha colpito in modo particolare,che ti sta molto a cuore?

Certamente. Il 24 febbraio mi trovavo con un altro frate a degli esercizi spirituali. Senza finirli ci siamo messi in viaggio per tornare al nostro convento e durante il percorso ricevevamo tante chiamate dai nostri parrocchiani. In particolare una mamma mi ha chiesto di pregare per suo figlio già militare in quanto non sapeva cosa gli stesse succedendo. Il giorno seguente mi chiama nuovamente chiedendoci di pregare perché sentiva nel suo cuore che qualcosa di brutto stava succedendo. Dopo qualche giorno mi richiama piangendo e mi dice che aveva ricevuto la tremenda notizia della morte di suo figlio, alla quale lei non poteva credere, morto nel terzo giorno di guerra a soli 22 anni. Lei proprio non accettava e non voleva crederci finché dopo due mesi è tornata a casa la bara con il corpo di suo figlio. Era stato ferito e poi deceduto in ospedale . E’ stata chiamata per il riconoscimento e in quel momento si è resa conto della cruda realtà sciogliendosi in lacrime. Il funerale si è svolto con una processione lungo le vie della città. Lungo la strada tantissime persone si sono disposte lungo il percorso in ginocchio : è stata una processione molto commovente. Questo succede in ogni città dell’Ucraina ogni volta che torna a un solgdato ucciso .A seguire si è svolta la messa col vescovo ed è stato accompagnato in cimitero“.

Un racconto davvero toccante ed a questo punto chiediamo come il popolo italiano e in particolare il popolo biellese può dare una mano?

Fin da subito ho trovato aiuto dai frati che gestiscono la Chiesa di San Sebastiano nelle persone di padre Martino e padre Costantino perché hanno chiesto alla gente di portare sostegno per le popolazioni del loro Paese in guerra e i biellesi hanno risposto con tanta generosità essendo un popolo sensibile. Questo continua ancora oggi e io posso contare sull’aiuto dei miei confratelli che nella persona di padre Martino e anche di padre Edoardo,attualmente studente all’Antonianum di Roma, che hanno anche portato di persona gli aiuti fino al confine, per cui ringrazio tanto il popolo biellese per questo

Noi ringraziamo te per la tua testimonianza e per averci fatto capire la tua situazione in Ucraina dove c’è bisogno ancora di aiuto e solidarietà e soprattutto di pace come spesso ricorda il nostro Papa Francesco. Per cui ti auguriamo che San Francesco patrono d’Italia possa intercedere proteggendo non solo l’Italia ma anche tutta l’Ucraina. Pace e Bene.

Emanuele Dondolin-Direttore

Elena Fornara- Redazione e terziaria francescana

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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