#boomerlife# Il nostro reporter cooperator boomer Roberto Pareschi ci presenta CHE COSA NOI BOOMER NON SOPPORTIAMO

Esistono frasi fatte, modi di dire, luoghi comuni che non riesco proprio più a sopportare.
La cosa riguarda molti campi e molte diverse esperienze. Vorrei però partire dall’ambiente che più di ogni altro soffre di questa sindrome.
Il mondo del calcio.
Provo a elencare alcuni esempi. Quelli secondo me più eclatanti.
Una certa squadra che fa “densità” nella propria area.
Perché parlare di catenaccio e di contropiede pare brutto. Meglio
parlare di densità e di ripartenze. Ai miei tempi una squadra “catenacciara” era additata perlomeno come scorretta. Oggi si categorizza non una qualità ma un difetto portandolo ad essere arte
calcistica.
Un calciatore che dice di lavorare molto.
Tu sei un calciatore che lavora ? Tu che ti guadagni da vivere ( e che guadagno !) divertendoti e rimanendo sempre
deresponsabilizzato da ogni risultato. Quando ascolto questa affermazione ogni parte del mio essere si ribella e mi assale una rabbia immensa.
Dietro di me i Paolo Pulici, gli Alessandro Del Piero, i Pelè e i Maradona mi urlano di impedire a quel calciatore di continuare a dire “ fesserie”.
Un commentatore sportivo che parla di gloria o di guerra riferendosi
a risultati sportivi e sfida calcistiche.
Oltre a essere irresponsabili questi individui sono pericolosi perché
instillano nelle persona l’idea che il calcio sia qualcosa che trascende l’evento sportivo.

Un commentatore sportivo che accompagna un gol con urla
animalesche.
Perché ? Cosa induce un uomo normale a urlare e a comportarsi come un esagitato ? Ricordo i Pizzul, i Martellini, i Ciotti. Di fronte a una rete usavano una tonalità appena più alta, il tutto in una
compostezza molto “ umana”.
Un giornalista “esperto” di calciomercato.
Già parlare di giornalismo ai giorni nostri rischia di essere una esagerazione, vista la professionalità di alcuni individui. Mi chiedo però come possa questa persona che probabilmente è anche iscritto all’albo, non offendersi di fronte a un simile tipo di specializzazione. Mi viene solo in mente il celebre film di Totò che rivendicava di essere un esperto di iella.
Potrei continuare all’infinito a elencare certe situazione secondo me ai limiti del ridicolo, se non della tragedia, ma forse è meglio fermarsi per evitare che la foga e un certo tipo di rabbia prenda il
sopravvento.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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