Con una decisione senza precedenti e fuori da ogni tipo di regolamento, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha “concesso la grazia” a “Romelu Lukaku” per dare un segnale contro il razzismo.
I fatti sono ormai arcinoti.
L’attaccante belga dell’Inter è stato espulso nella semifinale di andata di Coppa Italia contro la Juventus per doppia ammonizione: la prima per un brutto fallo su Federico Gatti, difensore bianconero, considerabile un cartellino “arancione”, e la seconda per aver provocato la curva della Juventus, dopo aver siglato il rigore decisivo per il pareggio nerazzurro, ed aver esultato nel suo classico modo avendo urlato ripetutamente “muti muti” all’indirizzo dei tifosi della Juventus, alcuni dei quali (a dire il vero, per fortuna pochi) si sono resi protagonisti di vergognosi e scandalosi insulti ed ululati a sfondo razzista contro di lui.
Nonostante l’Inter abbia perso il ricorso presentato contro la squalifica di Lukaku, con la corte d’appello federale che ha confermato la sanzione comminatagli in campo dall’arbitro, con una decisione d’imperio, senza precedenti e senza appigli normativi, senza motivazioni calcistiche ma unicamente politiche, il presidente Gabriele Gravina ha dunque sanato la sanzione, garantendo sostanzialmente l’impunità a Lukaku, che sarà regolarmente in campo mercoledì sera a San Siro, nella semifinale di ritorno contro la Juventus.
Paradossalmente, per non essere razzisti, si privilegia un giocatore di colore proprio grazie al suo colore della pelle.
Non si combatte il razzismo in questo modo, ma a livello culturale, in famiglia e a scuola, e con la repressione per chi sbaglia e si comporta da incivile, come fa regolarmente la Juventus, che non permette più ai tifosi che si comportano da razzisti di accedere allo Juventus Stadium.
Luca Dal Bon-redazione. PILLOLE SPORTIVE. ATTUALITÀ.

