Faccio parte di una strana generazione che ha assistito alle grandi
conquiste del progresso ma che ha sempre vissuto con sospetto la
rivoluzione tecnologica dei c.d. “computer”.
Di fronte a queste macchine “ infernali “ molti di noi hanno provato
paura, repulsione, diffidenza.
Ho avuto la fortuna di non subire questo trauma ma anzi di
cavalcare la novità lanciandomi, molti anni addietro, nel magnifico
mondo dell’automazione.
Ecco la parola magica. Automazione. Subito l’automazione è stata
vista come un nemico. Un qualcosa capace di rendere obsoleti
molti lavori e modi di pensare. Come sempre la novità è stata vista
con sospetto.
Invece l’automazione ha liberato risorse, nuovi lavori, idee vincenti
togliendo l’uomo dalla schiavitù del lavoro ripetitivo.
Ma io sono un caso. Ovunque guardi, a partire da famigliari e amici
boomer, trovo lo stesso atteggiamento di rifiuto.
Viene allora spontaneo chiedersi il perché di questo stato di cose.
Secondo me le risposte sono molteplici.
In primo luogo credo che questo atteggiamento sia una sorta di
reazione inconscia allo strapotere della tecnologia nel nostro
mondo. Una vera e propria protesta contro chi oggi glorifica in
modo acritico macchine e computer.
Volendo però essere un poco più analitici la repulsione alla
tecnologia ha forse radici più antiche. E’ il rifiuto atavico, insito
nella natura umana, per ciò che non viene compreso. Da qui nasce
la paura – così diffusa nella mia generazione – che “qualcuno o
qualcosa ci voglia fregare”. Il mondo razionale agli occhi di chi non
comprende diventa in questo caso un mondo irrazionale.

Ma forse sono troppo schematico. Molti “ vecchietti “ in realtà hanno
osato sfidare lo schermo, identificare user e password, cliccare
sull’icona ed infine entrare nel magico mondo di Facebook.
Legioni di analfabeti tecnologici si sono trasformati in polemisti
politici trasformandosi da ostaggi a protagonisti della tecnologia. E
questo è stato il dramma a cui abbiamo assistito. Boomer
assatanati, convinti di avere il diritto di dire qualsiasi cosa, in preda
a psicosi da tastiera, si sono schierati ed hanno iniziato la loro
guerra personale.
Ne è scaturita una arena demenziale dove ignoranza e supponenza
la fanno da padrone.
Dobbiamo ammetterlo. Il boomer non dovrebbe mai abbandonare
carta e penna, perché con quegli strumenti offre il meglio. In
ambiente tecnologico al contrario il boomer perde controllo e
saggezza per trasformarsi in un assatanato dispensatore di
sentenze.