Mio nonno paterno per un certo periodo della sua vita ha lavorato
come spazzino. Mia mamma in gioventù era una donna grassa. I
miei nonni materni da giovani sono stati poveri. Io ho un figlio
adottivo nero. Svolgo una volta alla settimana una attività presso
una struttura per disabili.
Ora provo a dirlo in un altro modo
Mio nonno paterno per un certo periodo della sua vita ha lavorato
come operatore ecologico. Mia mamma in gioventù aveva problemi
di peso. I miei nonni materni da giovani erano indigenti. Io ho un
figlio adottivo di colore. Svolgo una volta alla settimana una attività
presso una struttura per diversamente abili.
Mi dite quale è la differenza tra questi due paragrafi ?
Ve lo dico io. Nessuna.
E allora perché questo accanimento contro termini che non fanno
altro che esprimere uno stato di fatto e che sono offensivi solo se
chi li pronuncia o chi li legge è prevenuto di fronte a certi temi ?
Ma tutto si spiega e tutto viene ricondotto nel paradigma dei tempi
moderni.
Viviamo in un’epoca in cui conta molto di più l’apparenza, il
particolare, la inutile sfumatura piuttosto che la sostanza delle
cose.
Viviamo in un’epoca dominata dalle frasi fatte e dagli slogan. Il “
politically correct “ è solamente un esempio di questo stato di cose ,
nel bene e nel male.

Esistono infiniti esempi di slogan divenuti pratica quotidiana. Slogan
stupidi, senza senso , che non significano nulla e che nulla vogliono
risolvere. Slogan che sono in un certo senso “politically correct” ma che sono anche e soprattutto un insulto alla intelligenza delle persone.
Uno tra tutti. “Aiutiamoli a casa loro “ riferito a chi fugge da guerre,
carestie, persecuzioni.
E’ chiaro a ogni persona dotata di un minimo di intelligenza che le
situazioni da cui queste persone fuggono non sono rimediabili,
almeno in un periodo di tempo ragionevole. Ed è ancora più chiaro
che queste situazioni spesso sono state provocate proprio da chi
pontifica.
Dunque il “politically correct” è un bene o un male ?
Non lo so. E’ purtroppo tutto tremendamente difficile. Troppo
difficile per uno stupido come me.
Anzi, per uno diversamente intelligente come me.
Ai posteri l’ardua sentenza !