LA DEMONIZZAZIONE DELL’AVVERSARIO per #vitadaboomer di Roberto Pareschi

Non so bene come definire questo disturbo psichico che ormai sta
condizionando la mia vita. Potrei forse battezzarlo come “ sindrome
da accerchiamento “.
Mi sento costantemente in pericolo, incapace di comprendere ciò
che sta accadendo. Quasi sempre attribuisco questa cosa all’età.
Ma è davvero così ?
Tutto nasce da una mia personale constatazione e cioè dalla
assurda conflittualità e spesso violenza che domina i rapporti
interpersonali.
Fateci caso. Non esistono più persone che non pensano come
penso io ma semplicemente degli idioti che non hanno capito nulla.
Non esistono più avversari sportivi ma guerre sportive. Non
esistono persone diverse da me in un qualche aspetto ma esistono
solamente gli altri con cui non avere nulla da spartire.
Insomma, esistono solamente i nemici.


Che poi descritta così la situazione potrebbe apparire perfino
tollerabile. Il nemico è una entità da combattere ma anche da
rispettare perché si comprendono le ragioni dell’altrui causa. Un
individuo o una entità che si è battuta lealmente e con coraggio
merita rispetto.
Ma non è così.
Oggi il nemico è semplicemente il nemico. Solo un nemico da
abbattere. Una entità, una persona, una idea da ridicolizzare,
annientare , verso cui non provare alcun sentimento di rispetto o di
pietà.
Non voglio descrivere i tempi andati come il paradiso sociale in cui
ci si sforzava di comprendere gli avversari. In cui durante una partita di calcio si tifava a favore della propria squadra e non semplicemente contro la squadra avversaria.
Non sarebbe giusto e vero.
Ma io ricordo un maggiore rispetto per gli altri ( e ovviamente sono
propenso a ricordare le uniche cose che avvalorano la mia tesi).
Ecco la parola “segreta” per comprendere il mio attuale stato
d’animo è proprio questa. Rispetto.
Rispetto dell’avversario.
Rispetto delle altrui idee politiche.
Rispetto dell’onesta e della educazione perché se muore il rispetto,
sono certo che la società stessa sia destinata inesorabilmente a
morire.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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