COSA CONOSCO DELLA MIA VITA DA BOOMER

L’altro giorno mi sono fatto una domanda seria ( si fa per dire). Mi
sono chiesto : “ i miei nonni, da anziani, raccontavano della loro
guerra di trincea. Mio padre, durante la seconda guerra mondiale,
ha partecipato alla campagna di Libia ed è stato prigioniero in
Sudafrica dell’esercito inglese. Io cosa potrei raccontare ai miei
nipoti ?”

In questa domanda credo si nasconda tutta la mia essenza ed
assenza di essere un “ uomo boomer”.

Ci possono essere molte risposte. Proviamo ad analizzare la
situazione .

In primo luogo va detto che la mia generazione ( ed anche quelle
successive) è transitata nel nulla. Un nulla che probabilmente non
ha saputo forgiare le menti e che certamente non ci ha insegnato
che cosa fosse la vera vita.

Il mio essere un boomer astioso, convinto di essere migliore degli
attuali giovani, arrabbiato con il tempo che passa, nasce proprio da
questa circostanza. Dal nulla che ho attraversato.

E allora come si diceva ai miei tempi la domanda sorge spontanea.

Che tipo di insegnamento potrei lasciare a chi verrà. Difficile dirlo.
Certamente la mia non è stata una vita semplicissima ma , direi,
neppure complicata. Ho subito qualche rinuncia ma mai e poi mai
ho rinunciato al bene più prezioso per la generazione dei miei
genitori. La scuola. A prezzo di enormi sacrifici i mie famigliari mi
hanno permesso di frequentare scuole di “élite” e di apprendere
quanto era necessario per potermi affermare nella gerarchia
sociale.

Dunque l’unico e più sofferto messaggio che potrei dare a chi verrà
dopo di me è proprio questo. La scuola, l’istruzione, la conoscenza.

La “summa” degli sforzi delle molte generazioni che mi hanno
preceduto sta in questa considerazione. La possibilità di elevarsi
grazie alla scuola e alla istruzione.

Ho sempre cercato di rispettare questo alito generazionale
cercando di essere sempre curioso delle cose della vita. Di ottenere
buoni voti a scuola. Di rispettare gli insegnamenti dell’esperienza.

Dunque potrebbe essere questo l’insegnamento da trasmettere?

In realtà la scuola è oggi un mondo in crisi. Affermare l’importanza
della cultura in un mondo che rende ricchi grazie all’immagine è
difficilissimo. Insegnare l’onesta in una società che in qualche modo
glorifica il furbo è ancora più impossibile.

Non è rimasto nulla di quel mondo dei tempi andati innamorato
della cultura, dell’onestà e dell’ambizione di migliorare se stessi e i
propri figli attraverso il lavoro.

Fallimento. Questa è l’unica vera parola che mi circola in testa.

Poi però una cosa devo riconoscere a me stesso. L’onestà della
vita. La coerenza di non seguire modelli legati all’apparire. La
stupidità di cercare l’onestà.

Solo grazie a queste piccole vittorie riesco ancora a sopportare la
mia condizione di boomer.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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