Siamo alle solite. Sono costretto a pormi di fronte all’argomento del giorno come un vecchio e arrogante boomer.
Evidentemente è il mio destino infame a costringermi a ciò.
Ma come posso far finta di niente ?
Io non riesco davvero a capire come possano essere realizzati ed apprezzati certi programmi televisivi che hanno come unico obiettivo quello di “curiosare” senza vergogna e senza ritegno nelle vite degli altri.
E mi chiedo anche dove si sia nascosto il pudore con cui gli intervistati parlavano delle proprie vite quasi vergognandosi di
offrire alla curiosità altrui i propri problemi e le proprie difficoltà giornaliere.
Ma i tempi cambiano. Cambiano gli uomini ed anche purtroppo i
valori. Oggi il passaggio televisivo è visto quasi come un diritto e comunque come un momento di realizzazione.
Quotidianamente assistiamo a interviste di navigati manager “ di se stessi” che fissando negli occhi l’intervistatore, parlano delle loro splendide vite e di quanto sono bravi e belli.
Potremmo allora ipotizzare che i programmi “ per guardoni” possano essere un momento di libertà ovvero l’annullarsi dell’individuo singolo nella massa televisiva per riuscire a liberarsi
finalmente da ogni dubbio e paura.
Una sorta di seduta psicanalitica all’incontrario dove il malato non
vuole guarire ma preferisce trasferire al dottore tutte le proprie debolezze.

Tuttavia, a ben vedere, programmi come il “Grande fratello” possono essere anche visti come la versione moderna della signora Pina, vicina di casa, che trascorreva le sue giornate con l’orecchio incollato al muro per catturare ogni discorso dei condomini
confinanti.
O forse la verità sta nel mezzo, nella stupidità sempre più evidente di noi uomini.