L’ex quarterback di New England Patriots e Tampa Bay Buccaneers è uno dei più famosi e celebrati sportivi di sempre, un uomo che ha portato il football in un’altra galassia. La storia di un ragazzo partito dal basso e arrivato all’Olimpo dello sport mondiale.
Il più grande di tutti i tempi, abbreviato nella sigla americana GOAT, una frase che molto spesso viene usata a sproposito nel mondo dello sport. Quando si parla di Thomas Edward Patrick Brady jr, però, il discorso cambia.
Tom Brady è riconosciuto a livello globale come il più grande quarterback di sempre, l’unico insieme all’iconico Joe Montana capace di vincere il titolo di MVP della stagione regolare NFL e del Super Bowl per più di una volta in carriera, oltre a conquistare ben 7 Super Bowl in una carriera iniziata nel 2000 e che sembrava non avere una fine.
Eppure il suo approdo in NFL è stato complesso, senza le luci dei riflettori puntate su di lui.
Dopo aver fatto esperienza partendo dalle retrovie al College di Michigan, Brady viene selezionato solamente al sesto giro del Draft 2000 con la chiamata numero 199 dai New England Patriots.
Ancora non lo sanno, ma hanno appena chiamato un giocatore che cambierà non solo la storia della franchigia, ma dell’intero sport americano. Un’atleta capace di battere il record di yard passate e touchdown passati, entrando in maniera concreta nei libri di storia del football americano.
Dopo una stagione di apprendistato, nel 2001 Tom Brady diventa il quarterback titolare dei Patriots e guida subito la squadra alla conquista del Super Bowl, diventando a soli 24 anni il più giovane quarterback di sempre a vincere il titolo.
Da qui in avanti è un successo dietro l’altro: nei successivi diciotto anni i Patriots arriveranno all’ultimo atto della stagione NFL in altre otto occasioni trionfando cinque volte, sempre guidate da Brady che con il passare degli anni accresce la sua fama diventando una vera e propria leggenda vivente.
I suoi guadagni raggiungono cifre impensabili, la sua popolarità è alle stelle: nel 2019, nonostante i 41 anni e un grave infortunio alle spalle, Brady non ha nessuna intenzione di smettere.
Il rapporto ventennale con i Patriots tuttavia si incrina e il 17 marzo 2020, mentre il mondo sta iniziando la sua battaglia contro il Covid, arriva una notizia scioccante, una di quelle che cambiano il corso degli eventi: Tom Brady annuncia su Twitter di aver chiuso la sua esperienza ai Patriots, ma non l’avventura nel football.
Lo stesso giorno viene annunciato il suo passaggio ai Tampa Bay Buccaneers, franchigia entrata a far parte della NFL nel 1976 capace di arrivare a vincere il Super Bowl solamente una volta nel 2002.
Una scelta che stupisce tutti gli addetti ai lavori, ma che avrà risvolti vincenti. D’altronde tutto quello che circola intorno alla vita di questo fuoriclasse si conclude con una vittoria.
E così alla prima stagione con la nuova maglia Brady guida i compagni al secondo Super Bowl della storia dei Buccaneers, il settimo di una carriera semplicemente ineguagliabile.
Il 1 febbraio 2022 Brady, alla soglia dei 45 anni, annuncia il ritiro ma il richiamo del campo è troppo forte e dopo solo un mese torna sui suoi passi: i Buccaneers possono ancora contare sul quarterback migliore di sempre.
Una decisione che avrà conseguenze pesanti anche in famiglia visto che questo suo ritorno in campo sembra essere una delle cause alla base della rottura con la moglie, la bellissima modella brasiliana Gisele Bundchen, dopo tredici anni di matrimonio e due figli.
Il 1 febbraio scorso, esattamente 365 giorni dopo la prima volta, è arrivato l’annuncio del suo ritiro definitivo, il football perde la sua icona più grande.
La stampa americana ipotizzava addirittura un clamoroso ritorno ai Patriots per la stagione 2023 per quello che sarebbe potuto essere l’ultimo ballo, una definizione tanto cara oltreoceano dopo il successo di “The Last Dance” sull’ultima stagione dei Chicago Bulls di Michael Jordan, Scottie Pippen e Dennis Rodman.
E proprio come MJ, Tom Brady rientra in quella ristretta cerchia di atleti che possono essere definiti con cognizione di causa GOAT.
Stefano Villa-contg.news
Ritratti Sportivi di Stefano Villa. TOM BRADY, OVVERO QUANDO LA SIGLA GOAT NON É FUORI LUOGO
