Arrivo da una terra dove era facile, bello e anche un poco giusto
atteggiarsi a contestatori e rifiutare luoghi comuni, riti e facili
perbenismi.
Dove Antonello Venditti, l’uomo di “ Bomba o non bomba” , ai suoi
concerti pregava gli spettatori di non applaudirlo poiché l’applauso
era un atto borghese.
Dove il sommo Guccini, il cantautore con cui sono cresciuto,
cantava “l’Avvelenata” e urlava “ non comprate miei dischi e
sputatemi addosso “.
Dove le canzoni per essere davvero canzoni ed essere ammesse a
divenire successi dovevano avere un significato, trasmettere un
messaggio, affermare un principio.

Dove la rima “cuore” e “amore” era assolutamente bandita.
Dove Luciano Rossi cantava “ che bello! Tre amici e uno spinello, e
tutto il resto che importanza ha !”
Dove Bob Dylan, con la sua voce calda e sensuale, cantava
“blowin’ in the wind” e faceva innamorare migliaia di coppie al
suono melodioso delle sue poesie.
Dove Simon & Garfunket intonavano “The sound of silent” a Central
Park, davanti a una distesa immensa di giovani e meno giovani.
Dove è stato inventato il primo vero ed unico festival, quello di
Woodstock.
Dove i Queen riempivano gli stadi e il cuore cantando i loro
successi.
Dove i Beatles, i baronetti inglesi, hanno inventato un nuovo modo
di fare musica.
Dove i Deep Purple cantavano “Smoke in the Water” e riempivano
l’aria con i loro stupendi accordi di chitarra.
Dove Lucio Dalla cantava “ Gesù bambino” , la storia della sua vita.
Ditemi come potrei, io che provengo da questa terra misteriosa e
piena di atmosfere e di sentimenti, ascoltare non una ma ben 5
interminabili serate del Festival di Sanremo?