Nel mondo del calcio inglese si è creato un caso giudiziario che coinvolge il Manchester City.
La società, guidata dagli sceicchi arabi, che ha come presidente Mansur bin Zayd Al Nahyan, secondo l’accusa che viene rivolta dalla procura della Federazione inglese, avrebbe violato 100 disposizioni finanziarie in un periodo di tempo di nove anni, dal 2009 al 2018.
Le indagini durano da quattro anni, e prendono corpo dell’inchiesta pubblicata da Der Spiegel di Football Leaks, secondo la quale il Manchester City sarebbe stato finanziato dal governo di Abu Dhabi, aggirando in questo modo il settlement agreement disposto con la Uefa.
Ricordiamo che per questi stessi fatti la squadra inglese, guidata in panchina da Pep Guardiola, fu prima condannata dalla UEFA e poi assolta dal TAS di Losanna.
A quanto risulta, la conclusione delle indagini e le eventuali sanzioni saranno comminati fra circa un paio d’anni.
Qui possiamo notare già la prima differenza significativa rispetto alla vicenda che coinvolge la Juventus: la giustizia sportiva inglese non decide in fretta e furia, apparendo dunque agli occhi dei tifosi più saggia e meno sommaria rispetto a quella italiana.
La seconda grande differenza tra il caso inglese e quello italiano è che a Manchester non si può trovare un magistrato indagatore che in pubblico afferma candidamente di odiare il Manchester City, anche in questo caso dando adito ai tifosi di non essere imparziale ed adatto dunque al compito istituzionale che deve svolgere.
Luca Dal Bon-redazione. PILLOLE SPORTIVE.
