#Testimoni nel mondo# Conosciamo Fernando Botero con Michel Camillo

Fernando Botero Angulo è nato a Medellin in Colombia il 19 aprile 1932 ed è un longevo pittore, scultore e disegnatore. Suo padre era l’uomo d’affari David Botero (1895-1936), sua madre era la sarta Flora Angulo (1895-1972); l’artista è il secondo di tre figli. Ma in tale famiglia non sono purtroppo mancati i drammi, perché non solo Fernando ha perso il padre quando aveva appena quattro anni, ma in quel periodo Flora era in attesa del terzo figlio, Rodrigo, la cui nascita avvenne infatti dopo la morte del papà.



Fernando Botero ha alle spalle ben tre matrimoni falliti; le mogli sono state Gloria Zea (successivamente ministro della cultura della Colombia), Cecilia Zambiano e Sophia Vari. Anche uno dei figli dell’artista ha intrapreso la carriera politica: il primogenito Fernando Botero Zea è stato infatti ministro della difesa della Colombia. Ma purtroppo dobbiamo nuovamente segnalare una tragedia: nel 1974 il terzo figlio Pedro morì in un incidente stradale, nel quale il nostro artista perse l’ultima falange del mignolo della mano destra; l’incidente spinse Fernando Botero a dedicare molte opere al figlio morto e a scolpire spesso enormi mani.



Fra i successi del nostro ricordiamo l’aver ottenuto la cattedra di pittura all’Accademia d’arte di Bogotá nel 1958, l’essere stato nominato cittadino onorario di Pietrasanta nel 2001 e la mostra allestita sempre a Pietrasanta nel 2012 per il suo ottantesimo compleanno, intitolata Fernando Botero: disegnatore e scultore.

Nel 2000 a Bogotá è stato aperto un museo a lui dedicato, che si chiama appunto Museo Botero. Naturalmente vi sono molte opere del dedicatario, ma sono rappresentati anche tanti altri artisti, fra i quali Georges Braque, Marc Chagall, Salvador Dalì, Joan Mirò, Pablo Picasso, Claude Monet ed Henri Matisse. Il museo ogni anno è visitato da più di cinquecentomila persone, fra le quali circa duemila studenti al mese.

Caratteristica della pittura di Fernando Botero è l’insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquisiscono forme insolite, quasi irreali, ma con un proprio fascino; gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare. Piero Adorno e Adriana Mastrangelo ipotizzano che nelle forme massicce dei soggetti <si potrebbe forse intravedere un’ironica critica alla moderna civiltà dei consumi (americana soprattutto), che porta a un ingrassamento eccessivo, facilmente osservabile anche nella realtà di tutti i giorni>.



Vediamo due esempi di opere pittoriche di Botero. Iniziamo da un ciclo di dipinti in cui egli ha ripercorso tutti i passaggi della Via Crucis, passando dalla flagellazione, fino alla crocifissione e alla deposizione; forse questi quadri potrebbero suscitare sentimenti contrastanti, dovuti allo stile grottesco usato dall’artista per narrare gli episodi sacri chiave della cristianità, ma in realtà i quadri vogliono esulare da qualsiasi intento satirico e narrare gli avvenimenti con il dovuto rispetto, mescolando il racconto biblico con le realtà latinoamericane.



La seconda opera è una coppia di affreschi che si ammirano nella piccola chiesa della Misericordia di Pietrasanta; uno degli affreschi rappresenta l’Inferno, l’altro il Paradiso. Nella Porta dell’Inferno Botero ha inserito Adolf Hitler ai piedi di Satana, mentre sta per sprofondare nel fango; ma vicino a Hitler l’artista ha posto se stesso! Nella Porta del Paradiso ha invece raffigurato Madre Teresa di Calcutta in preghiera fra i meli.

Michel Camillo-contg.news

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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