Ritratto Sportivo di Stefano Villa. GIANLUCA VIALLI & L’ IMPORTANTE LEZIONE CHE CI LASCIA

Nella giornata di oggi si è spento a 58 anni Gianluca Vialli, un campione in campo ma soprattutto fuori.

Il 2023 si è aperto con la notizia che nessuno voleva leggere.
A Londra si è spento dopo una lunga malattia Gianluca Vialli, un campione che abbiamo ammirato in campo e nella vita.

Vialli nasce a Cremona il 9 luglio 1964 e fin dall’infanzia il pallone è attaccato al suo piede.
Le giovanili del Pizzighettone e la Primavera della Cremonese sono le prime tappe della sua vita da bomber di razza. Con i grigiorossi dimostra tutto il suo potenziale in zona gol guidando la cavalcata che porta i lombardi a conquistare la promozione in Serie A.

Nel 1984 il passaggio alla Sampdoria per debuttare nel massimo campionato, proprio contro la Cremonese, e quella con i blucerchiati sarà una storia d’amore che durerà otto magici e irripetibili anni.
È la Sampdoria di Paolo Mantovani e Vujadin Boskov che in campo può contare sulle reti dei nuovi Gemelli del Gol Vialli-Mancini.
Proprio con l’attuale CT della Nazionale italiana il bomber di Cremona crea un’amicizia fraterna che li legherà fino al triste epilogo di queste ore.

In Liguria Vialli è tra gli assoluti protagonisti della storica cavalcata Scudetto del 1991 e del cammino in Coppa dei Campioni dell’annata successiva dove solo un bolide di Ronald Koeman nei tempi supplementari non porta al lieto fine che tutti gli amanti di sport attendevano.
Una delusione enorme per Vialli che lascia la Samp per trasferirsi alla Juventus per conquistare altri trofei, compresa l’agognata Champions League nel 1996, alzata nel cielo di Roma da capitano in quella che sarà la sua ultima gara in bianconero.

È tempo di una nuova esperienza, questa volta in Inghilterra con il Chelsea, dove rimane per tre stagioni assumendo dal 1998 il doppio ruolo di giocatore-allenatore quando subentra a Ruud Gullit.
Rimane allo Stanford Bridge fino al 2000 chiudendo la sua avventura sul campo e iniziando quella in panchina.

Un’annata da dimenticare come manager del Watford prima di lasciare questo mestiere per dedicarsi alla carriera televisiva.
Diventa opinionista e commentatore di Sky Sport, dedicandosi anche alla creazione di una fondazione con Massimo Mauro con obiettivo la raccolta fondi per combattere la SLA.

Il suo rapporto con la Nazionale è ondivago. Partecipa ai Mondiali 1986 ed è tra i giocatori più attesi a Italia ’90, ma in quel periodo gli Azzurri non riescono ad ottenere risultati di rilievo.
Ancora una volta sarà il fratello di gol Roberto Mancini a dargli la chance di prendersi la sua rivincita vivendo da protagonista il successo agli Europei 2020.
L’abbraccio con il Mancio al termine della finale, con Vialli già debilitato dalla malattia, è veramente da pelle d’oca.

Una fonte d’ispirazione per chi combatte la malattia, un uomo che ha lottato con umiltà e fierezza fino all’ultimo e che ci lascia un’importante lezione: anche nei giorni più bui bisogna sempre guardare avanti, con il sorriso.
Come ha sempre fatto Gianluca Vialli.

Stefano Villa – contg.news

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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