Mio padre, persona integerrima che mai sarebbe venuto a patti con i propri principi, mi ha insegnato a essere rispettoso degli altri e di me stesso.
Mio padre era un uomo di altri tempi.
Io continuo a essere un uomo di altri tempi.
Mia madre, donna contadina di pochi e sani principi, diceva che bisogna coricarsi senza avere nessun peso sulla coscienza.
Ecco, io continuo a dormire benissimo.
Mi rendo conto di essere qualche volta patetico ma onestà e rispetto sono per me due valori irrinunciabili.
Probabilmente avrei potuto nel corso della mia carriera e della mia vita approfittare di situazioni “border line” dove l’essere onesti e corretti verso gli altri era di fatto un handicap.
Non ho mai avuto alcun dubbio.
Ho scelto di non rivalere sugli altri le mie debolezze o il mio desiderio di realizzazione. Ho insomma sempre rispettato quei pochi principi che i miei genitori mi hanno trasmesso.
Questo non perché io mi senta migliore degli altri o perché aspiri a una improbabile santità.
Ma perché, appunto, vorrei riuscire a dormire sempre bene.
E allora quali sono i valori positivi a cui oggi ci ispiriamo ?
Rischio di essere banale ( del resto un boomer è sempre banale) ma l’unico valore che oggi riesco a percepire tra gli esseri sociali è il denaro. L’accumulo di soldi a qualsiasi costo, ignorando qualsiasi remora morale.
Anche se le cose non sempre stanno in questo modo, sono convinto che il comune sentire e apparire è impregnato di questo concetto falso e inutile. La ricchezza. Una ricchezza che quasi mai è abbinata al concetto di sacrificio o di merito ma è quasi sempre una ricchezza fine a se stessa.
Lasciando da parte i dettagli malavitosi, esistono svariati casi di persone divenute ricche e famose grazie alla propria bellezza esposta sui social. Grazie a canzoni che trasudano violenza e maleducazione. Grazie all’aver personificato personaggi equivoci e privi di scrupoli.
La ricchezza abbinata come un tempo al sentimento del lavoro è oggi solamente un ricordo.
Nulla di strano. Il vuoto pneumatico della nostra società si è esteso anche a questo aspetto sociale.
Dunque oggi, più che un tempo, “lavorare stanca”.
Roberto Pareschi-contg.news
