Sostanza contro apparenza. Una storia informatica per #vitadaboomer

Ho avuto la fortuna di lavorare per moltissimi anni in un campo professionale che ha sempre offerto buone possibilità di impiego e di formazione professionale. L’informatica.

Lasciato il lavoro, non posso fare a meno di chiedermi se anche nell’informatica, come in altri campi, i tempi moderni hanno subissato e magari migliorato i vecchi sistemi.

Anni 70’. Una conosciuta azienda tessile mi chiese di progettare e realizzare una maschera utilizzabile per inserire nel calcolatore i dati della catena di produzione. Io che ho sempre amato aggiungere “ un tocco personale” ai miei programmi, in quella occasione diedi il meglio di me stesso prevedendo campi che si illuminavano in caso di errori, allineamenti tra le diverse sezioni, riquadri di organizzazione.

Fu quello il peggior fallimento della mia carriera lavorativa.

Non perché il programma realizzato fosse sbagliato ma perché aveva osato “ abbellire” quella maschera con orpelli che furono considerati inutili. Un solerte cronometrista mi comunicò che grazie alle mie “invenzioni” i tempi di digitazione erano aumentati di un secondo. Mi dissero dunque di astenermi in futuro da prendere iniziative simili e di badare sempre e solo alla sostanza delle cose.

Così facendo, riassunse in un concetto informatico tutta la filosofia “ boomer”

In fondo avrei dovuto prevedere il mio fallimento. Era l’epoca della sostanza e qualsiasi cosa che facesse pensare a una concessione all’apparenza era subito bollata come inutile se non idiota.

Ma anche nell’informatica hanno fatto irruzione i cosiddetti tempi moderni, con il loro prorompente carico di novità.

Ed ecco che improvvisamente le maschere di digitazione diventano fondamentali per offrire agli utenti un invito all’operatività e non per dare un valido supporto lavorativo. I colori e il loro accostamento sono determinanti per dare una immagine della società ai dipendenti. I tempi dilatati di digitazione ( come quelli di sviluppo dei programmi) non sono più un aspetto rilevante.

Oggi nessuno, neppure un informatico, vende più la propria merce in base alla efficienza ma solamente in base alla sua apparenza.

Il particolare è insomma divenuto più importante della cosa in sè.

La generazione Z alla fine ha raccolto il testimone lasciato da noi “ boomers” e sta adesso iniziando ad esplorare nuove vie.

Auguro a tutti buona fortuna.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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