Ma la scuola è un progetto oppure un luogo dove si impara a leggere e scrivere?

So che mi attirerò le critiche dei più giovani e più illuminati ma sinceramente a me questa scuola, così com’è, non piace per nulla.
Capisco anche che farò ancora una volta la figura di quello che si lascia catturare dalla nostalgia e riesce a ricordare con piacere un passato che forse molto bello non era.
Ma provo a spiegarmi.
Io penso che oggi la scuola sia in un sorta di terra di nessuno.
Certamente la scuola degli anni ’70 è superata e anacronistica. Era una scuola nozionistica, basata non sulla fiducia bensì sulla paura del docente. Dove contava molto di più conoscere di cosa parlava il decimo capitolo dei promessi sposi piuttosto che inquadrare e contestualizzare quel capolavoro.
Ma almeno qualcosa si imparava.
Questa scuola a me pare invece indifferente all’istruzione. Tutta
votata a auto referenziarsi con progetti contraddistinti da improbabili
acronimi. Dove abbondano parole, per altro molto belle, come “ condividere” o “includere “. Ma totalmente incapace della propria missione basilare : insegnare.
Questa mi sembra insomma una scuola che giustamente ha
abbandonato il nozionismo ma che non è stata capace o non ha voluto, per quieto vivere, sostituire questa pratica con una
metodologia capace di trasmettere ai giovani i sentimenti di cultura e di conoscenza.
La nuova scuola insomma dovrebbe essere un gradino oltre. Un luogo dove si scopre la capacità di utilizzare al meglio i nuovi mezzi di comunicazione. Dove il professore non è più il generale inflessibile, dispensatore di voti e note di biasimo, ma neppure l’amicone a cui si può fare e dire tutto. Dove l’arroganza non paga e non ha futuro.
Insomma la scuola che vorrei è una scuola concreta , che inizia con
l’insegnarti le basi e il piacere della conoscenza e che solo dopo arricchisce queste fondamenta con progetti diversi, rivolti al sociale e alla convivialità.
Concludo dicendo che mi piace pensare che questa sia una fase di transizione, terminata la quale, non avrò più alcun spazio per esprimere il mio pessimismo.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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