#storia&fede# I Papi del XX e XXI secolo di Giulio Pavignano

Iniziamo con questo articolo una breve rassegna dei papi dal 1900 in poi, partendo da Leone XIII che in realtà ha vissuto il suo lungo pontificato quasi interamente nell’800. Non si tratterà, com’è facile capire, di biografie complete e documentate, ma di cenni e rapidi spunti, che intendono stimolare il lettore alla curiosità e all’approfondimento.

Leone XIII (1878-1903): un papato all’alba di un mondo nuovo

Gioacchino Pecci, nato nel 1810 a Carpineto Romano da una famiglia della piccola nobiltà, diviene sacerdote a 27 anni. Nominato delegato pontificio a Benevento e poi nunzio in Belgio, nel ’46 lascia la carriera diplomatica per diventare vescovo a Perugia. Sarà pastore nella città umbra per ben 32 anni, gli stessi del pontificato di Pio IX, il papa che ha regnato più a lungo: e proprio a lui succederà nel ’78. Benché già prossimo alla settantina, sarà anch’egli un papa di lunga durata, morendo nel 1903 dopo un quarto di secolo al vertice della Chiesa.

Dal predecessore eredita innanzi tutto la “questione romana”, iniziata con la presa di Roma del 1870. Leone XIII in proposito rivendica esplicitamente i diritti della Chiesa sul vecchio Stato pontificio, istituzione nata per volontà della Provvidenza come scudo all’indipendenza ecclesiale. Pur esprimendosi con minor verve polemica rispetto a Pio IX, mantiene comunque un giudizio negativo sulla partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana, che a differenza di altri Stati – dove l’impegno cristiano è opportuno, anzi va incentivato – soffre della ferita inferta dal Regno al potere temporale.

Aizzata dal forte clima anticlericale del secondo Ottocento, netta è invece la condanna di Leone XIII nei confronti delle società segrete ed in particolare della Massoneria, definita “arcisinagoga di Satana” e accusata di voler “distruggere dalle fondamenta ogni ordinamento religioso e civile” in nome di un materialismo ateo e amorale. Veementi sono le repliche della parte avversa, che inneggiano ad Arnaldo da Brescia e a Giordano Bruno e accusano la Chiesa di oscurantismo e manipolazione del Vangelo. Decisamente, i tempi non erano maturi per una riconciliazione!

Ma noi ricordiamo Leone XIII soprattutto per la “Rerum novarum”, l’enciclica del 1891 dedicata ai gravi problemi sociali sorti con l’industrializzazione: una forte e limpida denuncia degli squilibri provocati dalle ideologie e dalla pura ricerca del profitto. Il papa non usa giri di parole nel ricordare i doveri dei capitalisti: “non tenere gli operai come schiavi, rispettare la dignità della persona, dare a ciascuno la giusta mercede”. Frasi su cui si sono formate generazioni intere di cattolici dediti alla politica (da Murri a Sturzo, da De Gasperi a Fanfani); e, soprattutto, frasi che contano ormai più di cent’anni ma sembrano scritte oggi, a tutela di quei nuovi schiavi che trascinano grame esistenze in un mondo globalizzato che venera il profitto tanto quanto lo idolatravano i “padroni” destinatari delle reprimende di Leone XIII.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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