Nell’antichità e nel Medioevo, gli europei ritenevano che le terre emerse fossero costituite solo da tre continenti: Europa, Asia ed Africa, circondate da un immenso oceano. Le conoscenze a riguardo delle altre due masse continentali erano però piuttosto generiche: man mano che ci allontanava dal Mediterraneo, culla della civiltà, le informazioni diventavano sempre più vaghe ed imprecise, né si sapeva con certezza quanto le terre asiatiche si estendessero verso est e quelle africane verso sud. Ugualmente frammentarie erano le conoscenze a proposito delle popolazioni che vi abitavano.

Le lacune vennero però presto colmate con la fantasia: nelle pagine degli studiosi medievali e di viaggiatori che avevano visitato quelle remote contrade (o millantavano di averlo fatto), l’Africa e soprattutto l’Asia divennero la terra natia di creature inaudite e bizzarre, e in qualche caso anche spaventose. Ecco un campionario di razze e popoli dell’Asia partorito dalla vivida immaginazione di quegli autori: gli sciapodi, con un unico enorme piede che usano come ombrello; gli astomori, privi di bocca, che si nutrono solo di odori; i blemmi, privi di testa, con gli occhi sulle spalle e una bocca a ferro di cavallo in mezzo al petto; i cinocefali, con corpo umano e testa canina; i panozi, alti quindici piedi, con orecchie enormi con cui si coprono la notte; gli onocentauri, uomini dall’ombelico in su e onagri nel resto del corpo; gli ittiofagi, che girano nudi e mangiano solo pesce crudo; le donne barbute dell’Armenia, con la barba fino alle mammelle, che allevano tigri e leopardi; gli uomini che sanno tutte le lingue, e se ne servono per attirare ogni viandante e divorarlo. E ancora: uomini duplici con due petti, due teste e quattro mani, uomini che camminano sulle ginocchia, donne con code di bue ai fianchi e piedi di cammello, persone con le piante dei piedi girate al contrario, popoli dalla vita brevissima le cui femmine concepiscono a cinque anni e muoiono prima di averne compiuti otto o nove.

Di fronte ad un elenco del genere, viene spontaneo reagire con ilarità, magari accompagnata da una certa commiserazione per coloro che credevano a fole così marchiane. Ritengo invece che sia molto più sensato interrogarsi sulla mentalità che sta dietro a simili racconti: è quanto cercheremo di fare nel prossimo articolo, in cui verrà proposta, per completezza, anche una sintetica rassegna di mostri e creature meravigliose tratte dal mondo animale.
Giulio Pavignano-Redazione