articolo redatto da Roberto Pareschi
Ricordo con grande nostalgia e un pizzico di tristezza, le compagnie di ragazzi che – come me – durante i mesi estivi trascorrevano in Liguria, su spiagge assolate e piene di bagnanti, le loro giornate felici di vacanze. Nascevano in quel luogo tante
innocenti storie d’amore poi divenute qualcosa di definitivo.

Durature simpatie o antipatie feroci. C’era il sole, il mare e la voglia di divertirsi. Quale di queste cose non si può più ottenere oggi, negli stessi luoghi o sulle stesse spiagge ? Lo dico con convinzione. Nessuna. Infatti nelle cose del mondo non è cambiato nulla e nulla potrà mai cambiare. Siamo invece certamente cambiati noi. Provate a proporre su qualche social alla moda quella che per noi era un tempo una sorta di entusiasmante avventura. La gita a Diano Bagni. Sarete sommersi da una montagna di pollici versi e gli “ hater” vi daranno del disagiato.
Dunque cosa induce i nostri giovani a scegliere le Canarie e non Diano Bagni. Si tratta di moda ? Snobbismo ? Istinto del gregge?
Sinceramente non lo so.
Posso però proporre una mia personale interpretazione.
Forse è davvero venuto il momento di assolvere – almeno questa volta – la nostra bistrattata generazione. Le Canarie sono la metafora perfetta di un certo pensiero giovanile. Le isole Canarie sono belle. Sono ricche di natura ed hanno un mare stupendo. Ma sono acritiche, terribilmente acritiche. Una sorta di palcoscenico preconfezionato ad uso e consumo dei turisti.
Scegliere le Canarie invece che Diano Bagni per le nostre vacanze significa, secondo me, fermarsi alle parole. Non voler indagare cosa si nasconda dietro a questi due concetti. Vuol dire uniformarsi al comune sentire. Significa non aveva voglia di vedere oltre.