“L’arte contemporanea e il sacro”: ne discute il pittore Roberto Demarchi in un miniciclo di due conferenze al Museo Diocesano di Torino

Primo appuntamento venerdì 21 ottobre (ore 18.30): ospite la teologa Marta Feliciangeli. Secondo appuntamento venerdì 4 novembre (stessa ora): ospite Giampiero Leo (Fondazione CRT, Movimento Interconfessionale “Noi siamo con Voi”). Modera entrambi gli incontri il giornalista Andrea Donna. I due incontri sono organizzati a margine della mostra intitolata “Dall’origine alla salvezza – Origini”, allestita presso gli stessi spazi di piazza San Giovanni 4 fino al 14 novembre.

Qual è il rapporto tra arte e sacro? È ancora possibile una pittura di tema sacro nella nostra contemporaneità? In quali forme? Secondo quali presupposti? Questi e altri quesiti saranno al centro del miniciclo di due conferenze organizzato presso il Museo Diocesano di Torino (piazza San Giovanni 4) dal pittore torinese Roberto Demarchi.



Venerdì  21 ottobre prossimo, alle ore 18.30, il maestro Roberto Demarchi dialogherà sul tema del sacro con la dottoressa in Teologia Marta Feliciangeli in occasione del primo dei due incontri, moderato dal giornalista Andrea Donna. La conferenza è organizzata a latere della mostra dal titolo “Dall’origine alla salvezza – Origini” ospitata nel medesimo Museo.



La seconda conferenza, sempre con lo stesso titolo, si terrà venerdì 4 novembre prossimo alle 18.30, sempre presso il Museo Diocesano di Torino, a lato del Duomo di San Giovanni Battista, in piazza San Giovanni 4. A dialogare con il maestro sarà questa volta Giampiero Leo, coordinatore della Commissione Attività Istituzionale, Arte, Cultura e Welfare della Fondazione CRT e portavoce del movimento Interconfessionale “Noi siamo con Voi”.



Il tema del sacro è alla base non solo della conferenza, ma anche della mostra: le sedici tavole esposte rappresentano l’atteso ritorno del maestro al suo pubblico, dopo due anni di pausa dovuti all’emergenza sanitaria e dopo la sua ultima esposizione pubblica, avvenuta all’interno di una rassegna antologica risalente al settembre 2019, nella storica sede fiorentina del “Convitto della calza”.



Le opere esposte in mostra in Duomo costituiscono lo spunto della riflessione su un tema, il sacro, che contraddistingue il corpus di lavori astratti dedicati alla tematica del viaggio esistenziale di natura veterotestamentaria. Il corpus “Origini” è dedicato a personaggi ed episodi tratti dall’Antico Testamento. Il tema veterotestamentario costituisce lo spunto per l’artista per compiere una riflessione sempre più profonda sull’esistenza umana, attraverso la pittura.

«Gli episodi biblici – spiega il professor Claudio Strinati, curatore della mostra – permettono all’osservatore di comprendere a fondo le istanze fondamentali della vita umana e le aspirazioni più sublimi della Fede, facendole incarnare a personaggi veri dell’Antico Testamento, quali Adamo, Eva, Abramo e Mosè».

Roberto Demarchi nasce il 15 marzo 1951 a Torino, dove compie studi classici e di architettura. Il suo percorso artistico comincia assai precocemente perfezionandosi, dal 1966, sotto la guida del pittore torinese Riccardo Chicco: la sua prima mostra si svolge nel 1969, presso la Galleria Cassiopea di Torino, con presentazione di Angelo Dragone. Demarchi è stato docente di storia dell’arte contestualmente all’esercizio della professione di architetto coltivando, negli anni, un attento ed approfondito studio della filosofia, della letteratura e della musica. Non marginale è da ritenersi, inoltre, la sua attività di conferenziere in particolare nell’ambito della storia dell’arte. Risale al 1990, a Torino, la mostra dal titolo “Alogia”, un “percorso nel buio della coscienza e della memoria” che segna il passaggio da un linguaggio figurativo, già attento alla potenzialità espressiva di materiali e tecniche inusuali, all’astrazione. Nel marzo 2001 prende definitivamente corpo il ciclo “Perì Physeos” che, con un linguaggio pittorico binario rigorosamente ridotto all’uso di quadrati e rettangoli, riflette sul momento aurorale del pensiero occidentale, in particolare su quello dei filosofi presocratici. Su questo lavoro venne presentata nel 2003 in Campidoglio a Roma e a Palazzo Bricherasio a Torino una grande monografia (Editore Crocetti) alla cui stesura parteciparono alcuni dei massimi esponenti europei della poesia, della letteratura e della filosofia, tra i quali Zanzotto, Bonnefoys, Kunert, Raboni, Patrikios, Severino… Da allora la ricerca del pittore, oltre che ad approfondire la riflessione sul pensiero presocratico, si declina sulle opere del poeta tragico Eschilo e sulla interpretazione e rappresentazione di tematiche sacre tratte dall’Antico e Nuovo Testamento. Di qui la mostra “Genesi” presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2007 con la cura di Antonio Paolucci (già Direttore degli Uffizi ed attuale Direttore dei Musei Vaticani), che curerà anche, tra il 2008 e il 2009, la mostra “Genesi del Mondo e Genesi dell’Arte” nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Nell’aprile 2011 Claudio Strinati presenta, nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano, il trittico “La passione secondo Matteo”, riflessione in astrazione sull’omonima opera di J. S. Bach e nel settembre dello stesso anno il pittore espone, nel Palazzo delle Stelline (sempre a Milano) il ciclo “Storia di un quadrato giallo”, cinque grandi tavole sul percorso esistenziale dell’uomo. A dicembre del 2011 il Comune di Roma Capitale ospita la mostra “Vangeli Astratti” (con catalogo Skira), curata ancora da Claudio Strinati e composta da dodici tavole di grandi dimensioni che interpretano in astrazione altrettanti episodi dei Vangeli. La stessa mostra viene proposta, nel marzo 2012, a Torino nella chiesa del SS. Sudario presso il Museo della Santa Sindone. Nel novembre 2013 Roberto Demarchi pubblica, per i tipi dell’Editore Allemandi, il volume “La Tempesta”, che propone una innovativa lettura iconologica del ben noto dipinto del Giorgione, accompagnata da una propria interpretazione pittorica in astrazione. Il 13 giugno 2014 è stata inaugurata, a Tokyo, presso l’Istituto Italiano di Cultura – Ministero degli Esteri, la mostra ”Haiku” con la presentazione di diciassette dipinti che restituiscono, con un linguaggio pittorico astratto, altrettanti componimenti poetici giapponesi. La mostra e il catalogo (Editore Allemandi) sono stati curati da Antonio Paolucci. Particolarmente significativa, nel 2015 a Torino, è la mostra “Antologia Astratta”, nella quale sono stati presentati venticinque dipinti per venticinque poeti, da Alcmane a Zanzotto. Il 10 marzo 2016 il Museo d’Arte Orientale Chiossone di Genova torna a proporre, con durata sino al 10 luglio, la mostra “Haiku”, presentata nel 2014 a Tokyo. La Fondazione Bottari Lattes espone, dal 9 luglio al 17 settembre 2016, una triplice mostra dal titolo “Forma, Materia e Spirito” in Palazzo Tovegni a Murazzano, nello spazio Don Chisciotte a Torino e nella sede di Monforte. Il 27 maggio 2017 sono presentate, in Palazzo Carignano a Torino, le sette tavole del ciclo “Genesi”, già esposte, nel 2007, all’Archivio di Stato, a cura di Antonio Paolucci. Nel luglio del 2018 è pubblicato il libro “La moneta di Caravaggio”, con prefazione di Claudio Strinati. Il volume propone una inedita scoperta di Demarchi celata in un particolare della “Vocazione di Matteo” di Caravaggio. Nella sede di Piazza Castello a Torino l’Archivio di Stato ospita, il 7 novembre 2018, la mostra “Alle Radici”. Nove tavole di grandi dimensioni presentano il pensiero di altrettanti filosofi greci (da Talete a Democrito). Il 28 settembre 2019 nella storica sede fiorentina del “convitto La calza” è inaugurata una mostra antologica dal titolo “Il Rinascimento ritorna”.

Redazione



Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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