L’opinione sportiva di Stefano Villa giornalista della Redazione di contg.news
debba giocoforza essere molto diverso da quello divulgativo e didattico usato nel periodo in cui commentavano Tavcar o Giordani, semplicemente perché i professionisti di oggi si rivolgono a un pubblico più consapevole e informato grazie all’avvento di internet e social network.
Oggi in qualsiasi sport lo spettatore si attende dal cronista il dettaglio nascosto, la statistica particolare e soprattutto vuole conoscere le storie dei protagonisti, specialmente quelle più particolari che meritano di essere raccontate per esaltare la bellezza dello sport.
Si può essere d’accordo con Tavcar su un punto. L’esaltazione eccessiva e smodata che diversi cronisti di vari sport, principalmente calcio, applicano al loro commento. Ogni giocata è definita straordinaria, incredibile, meravigliosa in maniera esagerata e ripetitiva.
Ciò toglie credibilità al commento e fa perdere di vista l’obiettivo che deve porsi un telecronista quando svolge la sua professione, ossia riportare nel migliore dei modi ciò che sta succedendo.
Non sempre è facile ottenere questo risultato quando in campo c’è una squadra che sta particolarmente a cuore, e chi scrive lo ha provato sulla sua pelle, ma per essere credibili non devono mai mancare due aspetti fondamentali: indipendenza di giudizio e rispetto per tutte le parti in causa, spettatori compresi.
Se vengono rispettati questi due punti allora si, qualche eccesso “patriottico” può anche essere concesso.