#boomerlife# LA PUBBLICITA’ DEL MONDO BOOMER di Roberto Pareschi

Sono convinto che anche la pubblicità, come molti altri elementi della nostra società postmoderna, ha ormai raggiunto aspetti che non esiterei a definire inquietanti.

Fateci caso. Siamo continuamente bombardati ( mi scuso per questo brutto temine ma davvero rende l’idea) da continui messaggi più o meno occulti, più o meno ingannevoli, più o meno fuorvianti ogni volta che ci avviciniamo a un qualsiasi media. Elogio dell’auto
perfetta. Divani a volontà come se non ci fosse un domani. Antifurti miracolosi che garantiscono tranquillità ai cittadini. Una vera e propria apoteosi del consumismo più esagerato e esasperato.
Ovvio, direte voi, la pubblicità nasce e si diffonde proprio con questo scopo. Glorificare e diffondere il verbo del prodotto commerciale e soprattutto convincere gli acquirenti.
Ma c’é modo e modo di concepire il ruolo che la pubblicità deve avere nella società consumistica.
La pubblicità dei giorni nostri è certamente invadente, spesso arrogante verso l’utente e qualche volta anche sottilmente minacciosa.
Assistendo a questa arena di messaggi e di condizionamenti non posso fare a meno di ricordare certe “perle” che hanno accompagnato la mia infanzia.
Si, perché anche la pubblicità, quella pubblicità del lontano mondo boomer , ha caratterizzato e in qualche modo formato la nostra generazione.
Partiamo dalla preistoria. Carosello e poi anche quanto accaduto negli anni immediatamente successivi.

Come posso dimenticare certe scenette molto ingenue, ma proprio per questo amichevoli, pensate per proporre ( attenzione , proporre) e non imporre un prodotto dell’epoca ?
Come scordare certi filmati o certi brevi cartoni animati, vere e proprie opere d’arte che si concludeva con la frase di circostanza che invitava discretamente all’acquisto?
Non c’era bisogno di trasgredire, di cercare il sensazionalismo a tutti i costi.
Questa cosa di cercare una immagine forte, fuori dagli schemi , è sempre stata una dimostrazione di debolezza. E la pubblicità quando propone immagini violente o per l’uso della forza o perché
contrarie all’etica comune è sostanzialmente debole.
Io ho la mia regola.
Più un prodotto attraverso la pubblicità invade i miei spazi, si autoafferma ai miei occhi come elitario o capace di elevare il mio tenore di vita agli occhi del mondo ( due messaggi ugualmente falsi
ed ambigui), più lo escludo completamente dalle mie presenti e
future scelte di acquisto.

Pubblicato da Emanuele Dondolin

Direttore Responsabile ed Editoriale di Contg.News Iscritto all'Ordine dei Giornalisti Pubblici

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