Non sono certo in grado di dare su questo tema ricette o esprimere
giudizi definitivi. Non ne esistono così come non esiste una ricetta per evitare le guerre. Ma alcune considerazioni vanno fatte.
Intanto diciamo che parlare di guerra è insieme molto facile e difficilissimo.
E’ molto facile perché questa parole è un catalizzatore di buoni sentimenti. Tutti naturalmente siamo , se pur con varie sfumature, contro la guerra.
Ma è anche molto difficile perché se non si vuole essere superficiali bisogna dimostrare di comprendere che cosa è davvero la guerra che abbiamo di fronte ai nostri occhi. Altrimenti si rischia di essere banali e di risultare anche falsi.
Cominciamo con il dire che tutti noi siamo contro la guerra è a favore della pace. E’ una affermazione talmente ovvia che non sarebbe neanche necessario ricordarlo. Eppure assistiamo a uno strano fenomeno che riguarda soprattutto le discussioni “ da stadio” aperte sulla guerra in Ucraina ma che potrebbe riguardare qualsiasi altra guerra.
Moltissimi( tra cui anche il sottoscritto) sono contro qualsiasi guerra
di aggressione e quindi anche contro la guerra scatenata dalla Russia. Quindi per diretta conseguenza viene compresa la reazione difensiva dell’Ucraina.
Esistono dei dubbi in proposito ? Io credo di no.
Ma affermare questa cosa significa non volere la pace?
C’e’ chi lo afferma e in questa affermazione c’è tutto il
pressapochismo della propaganda umana.
E’ possibile che la guerra sia una questione privata tra due nazioni
e non invece l’affermazione di un principio?
E’ eticamente corretto affermare che l’Ucraina dovrebbe arrendersi
al sopruso di Mosca per salvare la pace mondiale ?
Ciò che mi disturba è che su questa strana ambiguità stanno “vivendo” decine di commentatori che hanno colto l’occasione per tornare sulla scena e per strappare ancora qualche ingaggio televisivo.
Non per ultimi vanno ricordati quelli che fanno notare come anche gli ucraini abbiano le loro colpe, spacciando questa osservazione, che appare del tutto ovvia e inevitabile, come controinformazione e sentendosi per questo autorizzati a impartire lezioni.
Come detto, un vecchio boomer come me non ha ricette preconfezionate. Solo sensazioni. La sensazione che si debba avere rispetto per chi sta soffrendo sotto le bombe. Rispetto per chi cerca di difendere la propria patria. Rispetto per la libertà dei popoli.
Insieme con il rispetto bisognerebbe capire che è necessario tacere. Tacciano i commentatori di parte. Tacciano quelli che senza sapere parlano. Tacciano i partigiani della forza.
E dunque è venuto il momento che anche io stia in silenzio.