In questi giorni ci ha lasciato un grande del giornalismo, Gianni
Minà.
Una di quelle persone che, pur appartenendo alla generazione
precedente alla mia, era per noi “boomer” un preciso riferimento
non solo culturale ma anche di vita.
Gianni Minà era un uomo gentile ma determinato. Un giornalista
che non sapeva e non voleva aggredire chi intervistava ma che
invece riusciva a disegnare in modo garbato la vera immagine dei
molti importanti personaggi con cui aveva parlato.
Tutto il suo lavoro testimonia questo approccio.
I grandi del recente passato sono divenuti suoi amici.
Già, amici.
Perché l’uomo Minà, oltre che giornalista, era una individuo di cui ci
si poteva fidare. Non cercava il sensazionalismo ma amava un
approccio minimale. Non giudicava ma ascoltava. Scriveva nei suoi
articoli, in modo rispettoso, esattamente quello che ascoltava.
Era insomma un uomo tranquillo , dotato di quella tranquillità che
scaturisce dalla propria coscienza e permette di essere un gradino
sopra gli altri.
Non è mai stato un uomo commerciale e neppure era capace di
vendere alcuna idea preconcetta. Non è stato contaminato dalla
filosofia consumistica che considera un articolo un bene da
vendere, colorato, aggressivo, capace di piegare l’attenzione del
lettore ai propri intendimenti.
Questa considerazione riporta a un tema che mi è caro e che ,
invecchiando, subisco sempre di più. L’arroganza contro la
gentilezza. Le buone maniere contro lo sproloquio e le urla.
L’educazione contro la cafoneria.

Abbiamo eletto a valori, nel nostro mondo, l’ignoranza, lo strillo
scomposto, le frasi ad effetto, i proclami vuoti. Ci nutriamo di
apparenza e di concetti inconsistenti invece di andare al cuore delle
cose. Corriamo sempre perché se ci fermassimo dovremmo
costringerci a pensare.
Nulla ci appartiene eppure abbiamo molto.
Ricordo una frase di Gianni Minà che mi aveva colpito “ ho ottenuto
più io con le mie buone maniere che cento giornalisti urlanti “.
Ho la superbia di pensare che questa frase racchiuda tutta quanta
la mia modesta e decadente filosofia di “boomer”.
Roberto Pareschi-reporter cooperator contg.news
