Il recente ritiro dalla NBA del prodotto di Stanford riporta l’attenzione su un problema spesso non sottolineato.
Non è passata inosservata negli scorsi mesi la notizia del ritiro a soli 22 anni di Tyrell Terry, playmaker selezionato al Draft 2020 dai Dallas Mavericks con la 31° chiamata assoluta.
Un prospetto futuribile che a vent’anni raggiunge la lega dei desideri, ma ben presto il sogno si trasforma per lui in un grande incubo.
Terry non riesce a ripetere le ottime cose fatte vedere a Stanford University (oltre 14 punti a gara e una capacità di mettere in ritmo i compagni molto interessante) e finisce ai margini del progetto Mavs, chiuso anche da quel fuoriclasse sloveno che risponde al nome di Luka Doncic.
In questa situazione Terry inizia a soffrire di ansia, una malattia subdola che molto spesso non riceve la giusta considerazione.
Per provare a dare una svolta alla sua vita e alla sua carriera viene scambiato con i Memphis Grizzlies, ma anche in Tennessee i problemi continuano.
Poche partite e disturbi sempre più frequenti come difficoltà a dormire e respirare, dolori al petto e nausea.
Una situazione impossibile da sostenere e dopo due anni e sole dodici partite giocate ecco l’annuncio del ritiro.
Ecco un passaggio della lettera che l’ormai ex play ha pubblicato sui suoi social per annunciare la sua decisione: “Per molti sarò per sempre un fallimento o un talento sprecato. Può essere vero se parliamo di basket, ma sono i più grandi fallimenti che portano al successo. C’è qualcosa di più per me in questo vasto mondo e non vedo l’ora di esplorarlo. Per la prima volta voglio trovare la mia identità fuori da un campo di basket”.
Una storia che è stata vissuta da diversi sportivi di qualsiasi livello, abbiamo ancora nella mente i problemi che ha dovuto affrontare Kevin Love in una fase delicata della sua carriera, fortunatamente superata brillantemente.
Inutile dire che l’augurio che possiamo fare a questo ragazzo è quello di riconquistare la sua vita e, finalmente, liberarsi di un problema che anche nel mondo dello sport è più presente di quanto si immagini.
Stefano Villa-contg.news
L’opinione sportiva: TYRELL TERRY E L’ANSIA, UN FENOMENO SPESSO SOTTOVALUTATO NELLO SPORT
