Il calo demografico in Italia è sempre più marcato.

Sono in nostro possesso i dati ISTAT del 2022 che certificano sempre di più il calo demografico nel nostro Paese.

In Italia la popolazione residente al 31 dicembre 2022 è scesa a 58.850.717 persone.

Si è perso in tre anni quasi un milione di abitanti.

Quali possono essere le cause e le conseguenze di questo fenomeno, apparentemente ormai cronico ed inarrestabile?

Nel 2022 si contano 392.598 nascite, 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%), nuovo record negativo che accentua la denatalità degli ultimi anni.

Il contesto della crisi sanitaria ancora presente nel 2021 e le conseguenti incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità.

A livello europeo, la situazione registrata nel nostro Paese non è un’eccezione, trovando punti di contatto sia con la Spagna, che è caratterizzata da un profilo simile al nostro, sia con la Francia che, pur facendo rilevare livelli di fecondità storicamente più elevati, nel 2022 registra comunque un calo soprattutto a partire dal mese di luglio.

Senza un’inversione di tendenza nella dinamica demografica, la popolazione italiana tenderà ad invecchiare e a diminuire sempre di più con le relative conseguenze in termini economici e sociali. Al contempo sarà in buona parte rimpiazzata dai flussi migratori che già oggi compensano – sebbene in misura ancora contenuta – la perdita di popolazione e di forza lavoro. Secondo le Nazioni Unite, infatti, il continente africano avrà un aumento demografico del 146%, passando dagli attuali 1,3 miliardi di persone a 3,3 miliardi.

Ciò conferma come le misure di sostegno alla natalità messe in atto finora dai vari governi siano assolutamente insufficienti a contrastare le politiche di austerità che hanno eroso lo Stato sociale e ridotto l’occupazione, precarizzando l’esistenza e rendendo più difficile pianificare la genitorialità. Si stima che senza l’apporto degli immigrati, nel 2070 il calo della popolazione italiana arriverebbe al 33%, passando dagli attuali 58 milioni a 40 milioni.

Luca Dal Bon-redazione. ATTUALITÀ.

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