Sono in grado di fare una rivelazione clamorosa.
Io e la mia famiglia, durante i mitici anni ’70, sapevamo già cosa
fosse la realtà virtuale. L’abbiamo frequentata. L’abbiamo
immaginata, sognata ed anche desiderata. In una parola era la
nostra compagna di viaggio.
Ho vissuto in una famiglia decorosa a cui tutto sommato non è mai
mancato nulla.
Ma la realtà “naturale” ci costringeva continuamente a fare i conti
con bollette, giorni finali del mese, rinnovo del guardaroba e anche
qualche rinuncia. All’epoca questa realtà “naturale” era la
condizione normale di moltissime famiglie. La famosa “ ricchezza
diffusa”, di cui tanto oggi si parla , non era in quegli anni affatto
diffusa e finiva per concentrarsi in poche e selezionate mani.
Insomma tanti avevano poco e pochi avevano tantissimo.
Ma a riequilibrare le sorti della società esisteva la realtà virtuale. Un
mondo parallelo e di fantasia in cui era possibile rifugiarci nei
momenti peggiori.
Immaginavamo macchine di lusso anziché la mitica 500, vacanze in
luoghi esotici anziché la settimana in Liguria, guardaroba ricercati
anziché cappotti fuori moda di due anni prima.
Ma era fantastico cavalcare con la mente questo mondo
immaginato.
Sognare ad occhi aperti o semplicemente credere che un giorno le
cose sarebbero cambiate in meglio.
Perché per noi ragazzi la realtà virtuale non era altro che il sogno.
Nulla a che vedere con simulazioni, metaverso o cose simili.
Era un sano e appagante sognare.
Oggi per molti di noi quei sogni sono divenuti realtà.
La prima macchina dei figli è diventata una macchina importante.
Le vacanze alle Maldive sono alla portata di moltissimi. Il
guardaroba spesso è composto da abiti firmati.
Oggi non dobbiamo più sognare.
E’ questo il nostro vero problema. Questa società non deve più
sognare e quindi ha perso la capacità di sognare.
Proprio mentre la realtà virtuale si configura come un gradino
ulteriore , per nulla epico, della conoscenza dell’umanità, io ho una
grande nostalgia dei miei sogni.
In fondo noi boomer siamo i figli di quei sogni e da tempo abbiamo
imparato quanto sia bello e appagante farli diventare realtà.
Roberto Pareschi-contg.news