Un nuovo studio italiano, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe), conferma una sensazione che molte persone hanno già sperimentato sulla propria pelle.
Respirare l'”aria della foresta” consente di ridurre significativamente gli stati d’ansia.
Questa ricerca è molto importante anche per quanto riguarda l’ambito patologico.
Le conclusioni di questa vicenda si possono riassumere in questo modo: visitare periodicamente parchi, giardini comunali ed altri spazi verdi urbani consenta di ridurre l’uso di farmaci per l’ansia, l’insonnia, la depressione, l’ipertensione e l’asma da parte degli abitanti delle città. Visitare queste aree verdi tre o quattro volte alla settimana riduce di un terzo la possibilità di ricorrere a farmaci per problemi di salute mentale o per l’ipertensione e di circa un quarto per quelli per l’asma.
I risultati, nel complesso, rafforzano l’importanza di un accesso adeguato agli spazi verdi, il quale, ad oggi, tende a essere però ancora iniquo, con le comunità più povere che spesso hanno meno opportunità di vivere la natura.
P.S. A questo proposito possiamo intuire quanto possa aver contribuito a peggiorare la salute mentale di molte persone il “lockdown”, in italiano “confinamento” imposto dal governo italiano e da molti altri governi nel mondo, all’inizio della pandemia del virus COVID-19 nella primavera del 2020.
Luca Dal Bon-redazione. ATTUALITÀ.
