Da vecchio bacchettone quale sono diventato, mi capita sempre più spesso di fermarmi ad osservare, a dir poco stupito e qualche volta sconcertato in modo anche imbarazzante, le folcloristiche capigliature e molto altro che alcuni uomini offrono alla vista dei passanti.
I codini abbondano sulle copertine dei rotocalchi o sui campi di calcio o semplicemente nelle pubbliche piazze. Non mancano poi fogge di capelli ancor più elaborate, sotto forma di coni intrecciati sulla nuca o a forma di orecchie di topolino. Insomma chi più ne ha più ne metta.
Non possiamo poi tacere di altri orpelli, per così dire, più elitari. Orecchini elaborati, estensori alle orecchie, anelli al naso.
Voi capite che un povero boomer non può fare a meno di chiedersi il perché di questa situazione.
Premetto che ovviamente ognuno può e deve fare quello che gli pare e che non ne sto assolutamente facendo una questione di genere.
Tuttavia va detto che, partiti dai capelli rasati, simbolo di forza e mascolinità e passati attraverso i “ capelli lunghi” degli anni ‘70 e quelli cotonati degli anni ‘80, siamo infine giunti a questa situazione.
In termini storici i capelli lunghi anni ’70 rappresentavano la protesta dei giovani verso il sistema. Quelli cotonati degli anni ’80 l’ostentazione del benessere.
Le attuali acconciature di che cosa sono espressione ?
Mai come questa volta mi ritrovo incapace di comprendere. Probabilmente questo fenomeno non racchiude alcuna motivazione. Stiamo solo assistendo a una vuota ostentazione modaiola che non vuole – e forse non può – trasmettere alcun messaggio.
O forse stiamo semplicemente presenziando a una recita dove arlecchino e pulcinella, anziché indossare gli elaborati costumi della tradizione, offrono agli occhi della gente capigliature originali, mai viste oppure elaborati orpelli di varia natura.
Tutto questo è un male o semplicemente espressione di libertà ?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Roberto Pareschi-contg.news
