Per chi ama il basket da campetto Jason Williams è un personaggio di culto. Ecco la storia del giocatore che ha portato l’immaginazione al potere.
Il Ritratto Sportivo di oggi comincia da Belle, un paesino di 1500 anime nemmeno troppo noto nel West Virginia.
In questa realtà rurale nasce e cresce Jason Chandler Williams, uno dei giocatori di culto degli appassionati NBA di fine anni ’90 e inizio millennio.
Il suo percorso al college è legato a doppio filo a coach Billy Donovan che lo allena prima a Providence e poi a Florida. Con i Gators mette in mostra un basket che sfida l’immaginazione più spinta, facendo brillare gli occhi di chi lo ammira e attirando su di sé l’interesse delle franchigie NBA.
Fin dal college emerge l’indiscutibile talento, ma anche i problemi con la marijuana che spaventano molti suoi estimatori.
Al Draft 1998 i Sacramento Kings se lo aggiudicano con la settima scelta.
In California forma con Chris Webber e Vlade Divac un trio sensazionale e proprio nella prima stagione tra i pro nasce, grazie al suggerimento di uno degli addetti stampa della franchigia, il soprannome che l’ha seguito per tutta la carriera: White Chocolate.
Il suo essere bianco in una lega dominata da afroamericani e il suo modo di giocare in maniera elegante e a tratti dolce rendono questo soprannome perfetto per il numero 55 dei Kings, maglia che fin dal suo esordio risulta tra le più vendute nell’intera NBA.
Il suo impatto è fin da subito eccellente e nel corso dell’All Star Game 1999 tira via il velo dal suo capolavoro, l’elbow pass.
White Chocolate finta il passaggio dietro la schiena con la mano destra facendo finire il pallone sul suo gomito sinistro, disorientando l’intera difesa e lo stesso Raef Lafrentz che colto di sorpresa scalpella quello che è un vero e proprio gioiello.
I ragazzi che giocano al campetto provano a masterizzare quella giocata che nel giro di poco tempo diventa iconica.
Ma torniamo ai Kings: i viola californiani sono una delle squadre più interessanti da seguire in quella fase storica della Lega e nel 2000/01 sono tra i candidati per vincere il titolo, ma la magia si interrompe sul più bello contro i Lakers futuri campioni.
E qui arriva il colpo di scena, la giocata che non ti aspetti e quando si parla di Williams devi davvero aspettarti di tutto: Sacramento lo spedisce a Memphis in cambio di Mike Bibby, una scelta che stupisce per tempistiche e che porta Williams in una franchigia in ricostruzione.
Quattro stagioni nella franchigia del Tennessee senza squilli di tromba come squadra, ma White Chocolate continua a regalare giocate che soddisfano la vista di chi ama questo sport, anche se priva a essere maggiormente concreto nei momenti decisivi.
Williams è maturato e vuole provare a vincere, sa bene che Memphis non è la realtà giusta per riuscire nel suo intento.
Prossima tappa: Miami.
Gli Heat vogliono conquistare il primo titolo della loro storia e per farlo hanno affiancato a Dwayne Wade un certo Shaquille O’Neal, ma non basta.
Williams è il terzo violino perfetto in una squadra che può contare su elementi di esperienza come Walker, Haslem, Mourming e Gary Payton guidati sapientemente da Pat Riley.
Un’annata magica che si conclude con la vittoria nelle Finals contro Dallas: Jason Williams è sul tetto del mondo.
Dopo aver toccato il cielo con un dito arriva per Williams la rapida discesa, condizionata da una serie di infortuni infinita.
Nell’estate 2008 a 33 anni Williams annuncia il ritiro, White Chocolate vorrebbe continuare ma il suo fisico ha altre idee.
Il campo però gli manca terribilmente e dopo pochi mesi torna sui suoi passi, conscio che i giorni migliori sono alle spalle.
Si accorda con gli Orlando Magic, squadra alla ricerca di un giocatore di esperienza da inserire n.elle rotazioni.
Un anno e mezzo di buon livello prima del breve ritorno a Memphis durato solo due mesi: ora è finita per davvero.
Jason Williams ha fatto innamorare molti ragazzi che si sono avvicinati a questo per emulare le sue giocate di fantasia e talento purissimo.
White Chocolate sarà per sempre un giocatore unico, inimitabile.
Stefano Villa -contg.news
