In occasione del suo settantesimo compleanno andiamo a ripercorrere le tappe fondamentali della vita dell’attaccante di Subiaco in questo Ritratto Sportivo.
Da Subiaco alla conquista del mondo: può essere riassunta in questa frase la vita di Francesco Graziani, uno degli attaccanti più amati della storia calcistica italiana, capace di segnare 132 reti in Serie A con le maglie di Torino, Fiorentina, Roma e Udinese.
Ma per capire da dove nasce l’amore che circonda Graziani bisogna fare un passo indietro e andare alle sue origini: tutto inizia nel piccolo comune di Subiaco, famoso per aver dato i natali all’attrice Gina Lollobrigida, dove Ciccio cresce iniziando a dare calci a un pallone.
La sua infanzia è uguale a quella di tanti ragazzi nati in quel periodo nel nostro paese, i soldi sono pochi e uno dei passatempi preferiti da Ciccio è il gioco del calcio. Da bambino è gracile e i provini con squadre del calibro di Roma, Lazio e Juventus non vanno bene.
Su di lui punta il Bettini Quadraro, squadra della zona di Cinecittà. Qui Graziani si mette in luce convincendo l’Arezzo a investire su questa punta di sfondamento, cresciuta molto fisicamente nel giro di pochi anni.
In Toscana resta tre stagioni completando la sua formazione tecnica: ora Ciccio è pronto per i palcoscenici che contano.
Lo acquista il Torino e qui prende il via una vera e propria storia d’amore con i colori granata, che indosserà per otto anni, con mister Gigi Radice, uomo veramente avanzato per i suoi tempi che lo trasforma tatticamente, e con Paolo Pulici.
I due segneranno 200 reti (102 Pulici e 98 Graziani) passando alla storia come “I Gemelli del Gol” che portarono sotto la Mole il settimo scudetto della storia granata, il primo dai tempi del Grande Torino.
Nel 1981 è tempo di ritorno in Toscana per vestire la maglia viola della Fiorentina, un matrimonio che durerà due stagioni senza soddisfazioni degne di nota.
La Roma punta su Graziani nell’estate 1983 e in giallorosso vincerà due Coppe Italia e giocherà una finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, una giornata che non dimenticherà mai.
La gara si decide ai calci di rigore e proprio Graziani e Bruno Conti sbagliano dagli undici metri.
Due giocatori che appena due anni prima erano nella rosa che vinse il Mondiale spagnolo.
Conti fu decisivo sulla fascia, Graziani la spalla ideale di Paolo Rossi. E proprio una rete di Ciccio al Camerun di N’Kono permise agli Azzurri di passare il girone eliminatorio che diede il via a quella magica cavalcata conclusa con il successo sulla Germania Ovest e con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ad esultare al Santiago Bernabeu di Madrid.
In finale Graziani è negli undici titolari, ma la sua partita termina dopo appena sette minuti per un problema alla spalla, la gioia per il successo mondiale però è più grande di qualsiasi cosa.
Dopo la Roma due stagioni all’Udinese per poi annunciare il ritiro (prima una breve apparizione in Australia con l’Apia Leichhardt).
Ma il calcio non esce dalla sua vita: nel 1990 inizia ad allenare sulla panchina della Fiorentina.
Dopo l’esperienza in viola inizia il suo personale Giro d’Italia con tappe a Catania, Ascoli e Montevarchi.
La più celebre rimane però l’avventura al Cervia nel reality “Campioni” anche grazie alle sfuriate riprese dalla Gialappa’s Band.
Oggi Francesco Graziani è un apprezzato opinionista per Mediaset e Radio Sportiva famoso per i suoi commenti mai banali e gli outfit eccentrici spesso “criticati” da Susanna, sua moglie da quasi cinquant’anni.
L’unico amore più grande del calcio per Ciccio Graziani, un personaggio fondamentale per la storia del calcio italiano.
Stefano Villa-contg.news
