
La destra ha vinto le elezioni, il dato è netto. Bisogna partire da qui per fare un’analisi a 360° sul voto espresso dagli italiani. Fratelli d’Italia con una percentuale intorno al 26 per cento è diventato il partito di riferimento della destra a scapito di una Lega in caduta libera, con un risultato di Forza Italia comunque basso. Il partito di Giorgia Meloni è diventato il primo partito d’Italia all’interno di una coalizione che ha confermato la sua percentuale complessiva ma che sposta il suo baricentro verso una destra mai così marcatamente sovranista in Italia e in Europa.
Il centrosinistra paga sicuramente il fatto di non essere arrivato al voto con un campo progressista compatto. La mancanza di apparentamenti col Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo restituisce una percentuale che non raggiunge il 30%. In questo quadro si conferma ancora una volta l’allarmante dato dell’astensionismo, il più alto di sempre, con il 64% degli aventi diritto che si è presentato a votare.
Il Partito Democratico in questo scenario ha perso qualcosa individualmente, attestandosi sotto al 20%. Questo è il dato. Ma in termini politici il Pd deve fare un’attenta analisi che non si può risolvere con un commento veloce post elezione. Molte scelte non hanno funzionato o comunque non sono state comprese dagli elettori, bisogna dirlo senza girarci intorno.
Il punto è chiaro: quali iniziative il PD vorrà intraprendere, al suo interno e all’esterno, ora, come primo partito di opposizione, per tornare ad offrire una visione di Paese che sappia guardare al futuro e a un’Europa forte e autenticamente federale? Questa è la domanda da porsi per tornare ad essere il riferimento dell’area progressista, che ha dato un fondamentale contributo nell’accompagnare il Paese nei non facili momenti di crisi degli ultimi anni.
Rinaldo Chiola- segretario provinciale del Partito Democratico