Un attenta personale analisi del nostro scrittore Marco Lamantia sulla attuale Crisi di Governo.
In Italia tutto è possibile. Infatti ci troviamo nell’ennesimo paradosso con un Governo dimissionario nonostante abbia la maggioranza assoluta alle due camere. Il Governo Draghi nasce un anno e mezzo fa dopo le dimissioni del Governo Conte II. La maggioranza è ampissima e comprende forze politiche con idee completamente opposte, tuttavia la minaccia del voto anticipato permette al Governo di procedere (a volte con forzature) e di operare. La fine del Governo Draghi in realtà arriva a dicembre quando il Presidente del Consiglio si candida neanche troppo velatamente al Colle, dichiarando al contempo che il suo compito era finito e che chiunque avrebbe potuto prendere il suo posto. Conte e Salvini non vogliono mandare Draghi al Quirinale e alla fine viene riconfermato Mattarella. Da questo momento il Governo non farà, secondo il mio parere, più nulla perché i partiti vedono la fine della Legislatura e non accettano più di votare a scatola chiusa. Draghi è risentito per la mancata salita al Colle inoltre le forze politiche alzano la voce. Dal centrodestra a Italia Viva provengono le prime astensioni e nel mentre il M5S comincia a soffrire un Governo che continua a manganellare le sue riforme, nonché a proporre riforme contrarie al programma elettorale proposto da alcuni partiti. Sia chiaro un Governo è liberissimo di porre in essere i provvedimenti che ritiene più adeguati, ma non sta scritto da nessuna parte che una forza politica debba votarli soprattutto se contrari ai propri ideali. Nel mentre Di Maio si stacca dal M5S e dietro questa spaccatura c’è chi vede l’ombra dello stesso Draghi il quale, secondo il sociologo De Masi, avrebbe più volte chiesto a Grillo di scaricare Conte. Poi la goccia che fa traboccare il vaso. Nel decreto aiuti viene inserito il termovalorizzatore di Roma (i cinque stelle sono sempre stati anti termovalorizzatori), viene bloccato il superbonus voluto dagli stessi 5 stelle e attaccato il reddito di cittadinanza. A questo punto i 5 stelle chiedono che questi provvedimenti, che con il decreto aiuti nulla centrano in base al principio di omogeneità richiamato dallo stesso Mattarella, possano essere votati separatamente. Draghi tira dritto e pone la fiducia che ottiene al Senato nonostante l’uscita dall’aula dei 5 stelle. Oggi lo stesso Draghi si dimette ma le sue dimissioni non possono che essere respinte in quanto il Presidente della Repubblica scioglie le camere se viene a mancare una maggioranza che ad oggi c’è. Nel dubbio è tutta colpa di Conte e dei 5 Stelle ma ci sono un paio cose che non capisco e con voi prendo in esame avviandomi alla conclusione.
Pensiero
- Se ritieni i 5 stelle necessari e fondamentali non gli infili continuamente le dita negli occhi;
- Se i 5 stelle sono il male assoluto della politica orbene c’è la possibilità di lasciarli all’opposizione e di fare un Governo senza loro
Considerazione finale.
Draghi non ha più voglia di fare il Presidente del Consiglio anche perché ci aspetta un autunno pesante.
