“Biella costruisce futuro con la Scuola di Polizia Penitenziaria, altri restano a girare tra le rotelle.”

A Biella sta sorgendo un’opera che non appartiene a una singola amministrazione o a una stagione politica, ma all’intera storia della città.
La Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria rappresenta la presenza dello Stato nella sua forma più alta: disciplina, ordine,
professionalità.
Un intervento che riqualifica un’area rimasta per troppo tempo in silenzio, trasformandola in un luogo dove verranno formati uomini e
donne che dedicheranno la loro vita alla sicurezza del Paese, è un investimento in prestigio, identità e responsabilità, reso possibile
dall’impegno concreto del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che ha riportato Biella al centro dell’agenda nazionale con
azioni e risorse reali.
E mentre lo Stato costruisce, c’è chi cerca di sminuire.
Tra le voci più critiche emerge il coordinatore Provinciale del M5S Giuseppe Paschetto, improvvisamente molto attento alla spesa
pubblica proprio oggi, proprio davanti a un’opera destinata a servire il Paese per decenni, una sensibilità che stride con il passato, quando ai
tempi dei famigerati banchi a rotelle nessuno sembrava particolarmente turbato, un dettaglio che, Biellesi e non solo, ricordano fin troppo
bene: 119 milioni di euro investiti in un arredo scolastico diventato in tutta Italia simbolo di gestione confusa e di scelte affrettate, un caso
ancora oggi citato per descrivere cosa significhi amministrare senza visione.
E risulta difficile comprendere come chi, ieri non sollevava obiezioni davanti a uno spreco di quella portata, possa oggi criticare un’opera
che genera lavoro, riqualifica l’intera area urbana e forma coloro che garantiranno sicurezza a livello nazionale.
Il confronto è inevitabile e netto: da una parte c’è un’istituzione dello Stato che produce ordine, opportunità, prestigio e futuro; dall’altra il
ricordo di un esperimento scolastico diventato emblema di improvvisazione, milioni evaporati e un senso di responsabilità riscoperto solo
ora.
Due mondi diversi, due modi opposti di intendere la gestione pubblica e la crescita del territorio.
E così la verità si impone da sola, Biella ha scelto di avanzare, di guardare lontano, di costruire, chi preferisce tornare alle rotelle può restare
indietro, aggrappato a simboli che appartengono al passato.
Le rotelle girano.
La città avanza.
La storia decide da che parte stare.
Segreteria Provinciale
Gioventù Nazionale Biella

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