Ritratti Sportivi di Stefano Villa: GABRIELE ORIALI, UNA VITA DA MEDIANO

Cuore, intelligenza tattica e tanta corsa: ecco la vita da mediano di Gabriele Oriali, per tutti Lele.

Quando si parla di Lele Oriali non possono non tornare alla mente le parole di Luciano Ligabue nella celebre “Una vita da mediano”: …lavorando come Oriali, anni di fatiche e botte e vinci casomai i Mondiali”, con calma arriveranno anche quelli.

La carriera di Gabriele Oriali, ragazzo comasco nato nel 1952, inizia all’Inter, la maglia che diventerà la sua seconda pelle, nella stagione 1970/71. Ciò che è rimasto della Grande Inter vince lo Scudetto in rimonta e il tecnico Invernizzi regala due presenze al diciottenne Oriali che può dunque brindare al primo successo della sua carriera. Da quel momento in poi inizia la grande storia d’amore tra l’Inter e questo mediano che fa della corsa e della grinta le sue armi principali.

Nonostante non sia la sua qualità principale Oriali “timbra il cartellino” anche in zona gol in ogni stagione, un surplus che non dispiace ai vari tecnici che si susseguono negli anni ’70 sulla panchina nerazzurra. Nella stagione 1979/80 l’Inter di Eugenio Borsellini vince il dodicesimo titolo della storia del club e Lele Oriali è uno dei protagonisti assoluti di questo successo con 25 presenze di sacrificio e corsa condite da 6 reti spesso decisive, un trionfo che “Piper” (questo il soprannome datogli da Gianni Brera) sente più suo rispetto a quello di nove anni prima.

Come abbiamo già anticipato Oriali prende parte alla spedizione azzurra ai Mondiali di Spagna ’82 e, seppur dalla panchina, sarà un fattore decisivo per il successo del “Vecio” Enzo Bearzot. La carriera di Oriali tocca l’apice con la vittoria dei Mondiali e l’Inter, forse in maniera troppo frettolosa, decide di cederlo al termine della stagione 1982/83 alla Fiorentina che non se lo lascia scappare e lo porta in Viola.

Oriali regala ancora quattro stagioni da protagonista prima di ritirarsi all’età di 35 anni, ma la sua avventura nel mondo del calcio è lungi dall’essere terminata: diventa dirigente di Bologna e Parma, entrambe esperienze vincenti, prima di tornare alla casa madre nerazzurra come consulente di mercato prima e dirigente accompagnatore dello Special One Josè Mourinho poi, undici anni costellati da grandissimi successi, prima dell’addio nel luglio 2010. Tornerà nel 2019 per ricoprire il medesimo ruolo nella gestione di Antonio Conte, portando a casa un altro Scudetto. In mezzo l’esperienza in nazionale a fianco di Conte, Ventura e Mancini prima di lasciare nell’agosto 2023 per seguire Conte nella sua avventura al Napoli.

Un uomo di calcio che ha legato il suo nome all’Italia e all’Inter, un personaggio che ha vinto in tutte le sue esperienze vissute sempre al massimo. Esattamente come succedeva in campo quando rincorreva tutti gli avversari in mezzo al campo. Finchè ce n’hai stai lì, e li vinci, casomai, i Mondiali.

Stefano Villa – reporter cooperator

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