Alla CGIL e a tutti coloro che scenderanno in piazza per la cosiddetta “difesa della Flottilia” e dei valori costituzionali: basta con l’ipocrisia e con il teatrino.
Un gigantesco sciopero generale che bloccherà cittadini italiani in piena giornata lavorativa, fermando servizi e attività essenziali… e per cosa? Per voi è il modo perfetto di ottenere un giorno in più per non andare a lavorare, illudendovi magari di poter cambiare il governo con un gesto scenografico. Spoiler: non succederà. La vostra “missione morale” si scioglie davanti alla realtà: la solidarietà a Gaza non si fa con urla, slogan e selfie da piazza.
La Flottilia non aveva aiuti umanitari a bordo, ma soltanto una becera provocazione, rischiosa e inutile, con l’illusione fallimentare di poter fermare una guerra come se bastasse ascoltarli. Nonostante appelli, richiami e interventi dallo Stato, dal Presidente della Repubblica, dalla CEI e da tutte le istituzioni competenti, hanno ignorato ogni soluzione e sono partiti lo stesso. Un gesto irresponsabile che ha creato soltanto pericolo e confusione.
Adesso si presentano come vittime. (E voi insieme a loro) Vittime dell’ostinazione, di queste assurde sceneggiate, di questo copione scritto male. Fate i martiri ma in realtà siete solo attori di una recita stanca, pronti a sfruttare ogni caos pur di finire sui giornali.
Il sindacalista, a partire dal “generale” Landini, dovrebbe difendere i diritti dei lavoratori. Non occuparsi di questioni che non gli competono. A meno che questa non sia l’ennesima trovata di pseudo-sindacalisti che hanno già pronto il biglietto da visita per candidarsi nelle liste della sinistra alle prossime elezioni. Meno tutela per chi lavora, più vetrina personale per chi vuole riciclarsi in politica.
Il paradosso non si ferma alla piazza ma si estende anche alla scuola. Mozioni, collegi docenti, presidi e professori che, pur di apparire sui giornali, trasformano le aule in palchi politici. La scuola non è il Parlamento e i professori non sono deputati. Il loro obbligo morale è insegnare: discipline, comportamento, consapevolezza che fuori da quelle mura c’è un futuro. Raccontare è educare, orientare è condizionare. Idolatrare studenti perché la pensano come voi è un abuso pedagogico.
Sindacalisti: fate i sindacalisti. Professori: fate i professori. Non serve scendere in piazza con bandiere ideologiche o trasformare le scuole in piazze politiche. La storia non perdona chi manipola coscienze, chi specula sulla sofferenza e chi confonde educazione con propaganda.
E quando uscirete di casa per sventolare bandiere e urlare slogan, ricordatevi che i cittadini vi guarderanno per quello che siete: non eroi, non difensori di diritti, ma semplicemente comparse di un copione stanco. Non siete leader, non siete esempi. Siete solo figuranti in cerca di applausi che non arriveranno mai.
Francesco Nicolini
Segretario Provinciale
Gioventù Nazionale Biella
