Uno dei più iconici personaggi sportivi dello scorso secolo, un ciclista che ha dominato la sua disciplina con una facilità disarmante.
Ci sono personaggi che hanno un impatto talmente forte sullo sport che praticano da riuscire a superare ogni tipo di confine socioculturale. Fausto Coppi, il campionissimo di Castellania, è uno di loro.
Nato in questa cittadina piemontese nel 1919, Coppi è stato un ciclista formidabile capace di dominare le grandi corse a tappe così come le classiche, un uomo che in sella alla sua bicicletta ha unito il popolo italiano in un momento storico estremamente complicato.
Unire le folle, ma anche dividerle nella grande rivalità con Gino Bartali. Prima compagni di squadra e poi avversari sempre leali, gli amanti del ciclismo erano divisi in “Coppiani” e “Bartaliani”.
Due grandi eccellenze della nostra storia sportiva con un grande momento a rappresentare la loro rivalità: il famoso passaggio della borraccia al Tour de France del 1952 sulla salita del Galibier.
Un’immagine iconica, anche se ancora oggi non è chiaro chi ha passato la borraccia all’altro e, soprattutto, si venne a scoprire successivamente che la scena fu preparata. Questo però non toglie nulla al momento più rappresentativo della loro vita sportiva.
Il palmares di Fausto Coppi è infinito: cinque Giri d’Italia, due Tour de France, un Campionato del Mondo, tre Milano-Sanremo, cinque Giri di Lombardia, i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone più una serie imprecisata di vittorie.
Celebre per la sua relazione extraconiugale con Giulia Occhini, ribattezzata la “Dama Bianca” che sposò in Messico e che diede alla luce il piccolo Faustino, Fausto Coppi morì il 2 gennaio 1960 ad appena quarant’anni per i sintomi della malaria contratta nel corso di una gara nell’Alto Volta.
Una morte improvvisa a cui il popolo italiano non era preparato: Fausto Coppi ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita degli appassionati di ciclismo e non solo.
Come Kobe Bryant, Marco Pantani, Gilles Villeneuve e in parte Diego Armando Maradona, Coppi non poteva invecchiare vedendo eclissarsi la luce intorno a sé, se n’è andato quando tutti i riflettori erano intorno a lui.
Forse solo Marco Pantani è riuscito a riportare sulle strade italiane l’amore e la passione riservati a Fausto Coppi, un uomo solo al comando.
Stefano Villa – reporter cooperator
Ritratti Sportivi: FAUSTO COPPI, UN UOMO SOLO AL COMANDO
