L’opinione sportiva di Stefano Villa: GIGIO DONNARUMMA E IL MOBBING, QUANDO LE PAROLE SONO IMPORTANTI

In una recente intervista il procuratore del portiere ha parlato di mobbing riferendosi al trattamento ricevuto dal Paris Saint-Germain, ma bisogna fare attenzione all’uso delle parole.

Negli ultimi giorni sta tenendo banco la vicenda che vede coinvolto il portiere italiano Gianluigi Donnarumma che è stato escluso dai convocati del Paris Saint-Germain per la sfida di Supercoppa Europea contro il Tottenham dello scorso 13 agosto.

Un’esclusione improvvisa che ha portato ad una rottura netta con il club parigino e con il tecnico Luis Enrique che ha ammesso pubblicamente di aver scelto di puntare sul neo acquisto Chevalier piuttosto che sul numero uno della nazionale italiana.
Una decisione forte se si considera che Donnarumma è stato una delle chiavi della stagione trionfale del PSG, ma alla base di questa decisione ci sono le trattative per il rinnovo del contratto – scadenza nel 2026 – che si sono improvvisamente arenate: Donnarumma chiedeva un ingaggio migliore, mentre il PSG proponeva un contratto legato alle presenze.

In una recente intervista a Radio Sportiva l’agente del giocatore Enzo Raiola ha definito l’esclusione “una mancanza di rispetto, persino mobbing”, annunciando possibili azioni legali verso il club parigino.
Parole dure che tirano in ballo un problema che purtroppo accomuna moltissimi lavoratori in tutto il mondo. Tuttavia nel caso specifico sembra una forzatura considerando le cifre economiche percepite dal portiere e le possibilità di risolvere a stretto giro di posta la situazione con un passaggio a un altro top club, con la Premier League in pole position.

Donnarumma è “vittima” di un calcio che sta implodendo su se stesso, dove i procuratori la fanno da padrone e possono dettare tempi e modalità di trasferimento dei propri assistiti senza salvaguardare la loro carriera ma mirando al mero ritorno economico.

La dimostrazione evidente si è avuta proprio con il passaggio a parametro zero dell’estremo difensore dal Milan al PSG, una mancanza di riconoscenza nei confronti del club che lo ha lanciato nel calcio che conta e che ora, per uno strano scherzo del destino, si ritorce contro di lui.

Il PSG non ha la necessità economica di venderlo e così Donnarumma rischia di dover passare una stagione da separato in casa lautamente pagato ma senza scendere in campo, una situazione che nell’anno del Mondiale (sperando questa volta di essere protagonisti) può stravolgere le gerarchie del CT Gennaro Gattuso.

Vedremo come finirà questa vicenda che dimostra quanto il denaro possa portare a situazioni negative e all’utilizzo improprio di parole come mobbing che andrebbero usate in altre sedi ben più difficili da affrontare.

Stefano Villa – reporter cooperator

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