Ritratti Sportivi di Stefano Villa: DIRK NOWITZKI, UN FULMINE TEDESCO NEL CIELO DI DALLAS

Un uomo che ha raggiunto il successo con tanto lavoro in palestra e un senso di appartenenza senza eguali. Ecco la storia di Wunder Dirk.

Nel mondo dello sport moderno il concetto di bandiera è qualcosa di raro, strappato alla radice da ragioni economiche sempre più importanti. Questo discorso ha una valida eccezione in Dirk Nowitzki, il giocatore che ha rivoluzionato la NBA mostrando come un europeo possa fare la differenza anche nel campionato più talentuoso del mondo.

Un giocatore sensazionale che ha coniato un tiro mai visto prima, il fadeaway su una gamba sola cadendo indietro che l’ha aiutato a superare quota 35mila punti e nel corso degli anni è stato “masterizzato” da diversi giocatori come LeBron James e Kevin Durant.

Il suo ingresso nella lega avviene nel Draft 1998 quando viene chiamato alla numero 9 dai Milwaukee Bucks, ma la futura squadra di Giannis Antetokounmpo lo cede immediatamente a Dallas in cambio del compianto Robert “Trattore” Taylor.
E qui inizia la favola del tedesco

Una crescita continua per Nowitzki che lavora quotidianamente insieme a Holger Geschwindner, allenatore che lo seguirà per tutta la carriera diventandone il mentore, qualcosa in più di un semplice trainer.
Nei primi anni a Dallas il suo apporto diventa fondamentale, ma i Mavericks non riescono a diventare una contender credibile. Il 2006 sembra essere l’anno buono, ma i Mavs si arrendono in finale contro i Miami Heat di Wade e O’Neal. Tranquilli, arriverà la vendetta…

Nowitzki diventa uno dei migliori giocatori della lega, un concentrato di tecnica e classe semplicemente straordinario e mai visto prima in un giocatore con quel fisico.

Nel 2011 si torna in finale dopo aver superato nei playoff Blazers, Lakers e Thunder: ad attenderli in finale ci sono i Miami Heat dei Big Three James-Wade-Bosh. Gara-1 e di Miami, ma questa volta i demoni vengono scacciati e Dallas vince il titolo NBA in sei partite: Nowitzki è MVP delle Finals che ha dominato seppur debilitato dall’influenza.

Un premio alla carriera per Wunder Dirk che continua ad essere un punto di riferimento per la franchigia texana, diventandone l’emblema e il giocatore con più presenze nella storia. Eppure le tentazioni per lasciare Dallas ci sono state sia nel suo periodo di massimo splendore atletico che negli ultimi anni di carriera.

Nell’estate 2014 sia Houston che i Lakers (cosa sarebbe stato vedere con la stessa maglia lui e il mai dimenticato Kobe Bryant) gli offrirono un quadriennale da 97 milioni di dollari, prontamente rifiutato dal tedesco che accettò i 23 milioni che poteva offrirgli Dallas per rimanere in Texas. Una scelta di cuore che si ripeterà anche nel 2018 quando firma un annuale da 5 milioni per giocare un ultimo anno con i Mavericks e chiudere con la sua maglia numero 41 dove tutto è iniziato.

Ventuno anni in NBA con la maglia della stessa franchigia, mai nessuno come lui nella storia della lega.
Nowitzki è la rappresentazione vivente che esistono valori morali e umani che hanno un valore più importante dei soldi e dell’unico anello vinto.

Tutto questo è stato Dirk Nowitzki, un giocatore molto più rivoluzionario di quello che si possa pensare.

Stefano Villa – reporter cooperator

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